Friday, September 29, 2006

Chi la fa, l'aspetti.

Il caso Telecom tiene banco in questi giorni, e ci mancherebbe, viste le proporzioni dello scandalo. Per capire meglio la dimensione della gravita' delle intercettazioni illegittime bisogna pensare alle conseguenze dirette delle intercettazioni, ad esempio limitazione delle liberta' individuali quali il diritto alla privacy, per citare un caso. Ci siamo quindi accorti all'improvviso che in Italia i diritti fondamentali della persona non erano poi cosi' pieni come si supponnesse, anzi, sembra proprio che non fossimo secondi ad alcun regime. Naturalmente pero' in Italia, da un certo punto di vista lo scandalo prende le sembianze della truffa, come al solito, visto che le intercettazioni venivano fatte nella maggior parte dei casi per avere materiale pronto alla vendita, nell'evenienza che qualcuno sentisse il bisogno di comprare i tabulati di un cittadino x.

Ebbene, cosa c'entra tutto cio' con il calcio? C'entra eccome, ci dicono, infatti e' emerso che tra gli spiati ci fosse anche l'arbitro De Santis o i membri della Gea. Il calcio, si sa, e' business e fin qui nulla di strano. Il problema si pone nel momento in cui ci si ricorda che Massimo Moratti e' amico di Provera e che Guido Rossi era nel cda ecc... (conosciamo tutti le cuginanze di questo caso) e quindi le supposizioni maligne o i complotti avversi alla societa' che fa capo a Internazionale F.C. prendono una forma sinistra.

Lungi dall'aggiungere complotti a complotti in un'infinita ricerca della verita', un po' di chiarezza bisognera' anche farla, perche' l'attenzione mediatica di questi giorni al "caso Inter" e' perlomeno sospetta, visto anche che dopo parecchio tempo ancora non ha avuto riscontri pratici, mentre ad esempio"l'affare Moggi" si e' risolto nel giro di mezza estate. E' infatti dovuto precisare innanzitutto che Borrelli vuole solo sapere chi abbia pagato i pedinamenti e solo in quel caso, dico solo in quel caso, si potrebbe supporre la violazione da parte dell'Inter dell'articolo I sulla lealta' sportiva. Ovvero in quel caso la societa' capitanata da Moratti potrebbe essere accusata di aver tentato di ottenere vantaggi utili in modo scorretto. Lungi dall'essere fazioso, se posso fare una considerazione personale, ho l'impressione che il caso sia gia' sgonfio, ma e' solo una mia impressione.

Andiamo per ordine.

Il caso mediatico e' scoppiato quando si e' scoperto che De Santis fosse stato intercettato, ovvero quando e' stato scoperto lo scandalo telecom e le intercetazioni illegali. L'arbitro poco immacolato appena e' venuto a conoscenza del fatto di essere stato spiato, con il musone di fronte alle telecamere si e' detto "schifato" e i media italiani hanno amplificato il suo schifo.
Poi, con un'opera di discernimento poco illuminata, al "caso De Santis", si e' associata tutta calciopoli, dimenticando forse che le intercettazioni fatte a Moggi fossero legali: erano state ordinate da un giudice per indagare certi personaggi sospetti e spesso Moggi e' stato preso con le mani nel sacco attraverso le intercettazioni a Bergamo, quindi in un modo che qui definiremo indiretto.

Quindi e' bene qui dire una volta per tutte che, una cosa sono le intercettazioni illegali ed il caso telecom, un'altra le intercettazioni perfettamente legali che riguardano calciopoli.
Poi si e' scoperto che De Santis fosse anche pedinato da ispettori privati e che anche Vieri fosse tra gli intercettati, quindi il passo tra queste due coincidenze ed il dire l'Inter ha ordinato intercettazioni nei confronti di alcuni, e' piu' che breve.

Ma ancora bisogna fare chiarezza, perche' la storia e' piu' semplice di quanto sembri. Di che cosa si accusa esattamente l'Inter? Questo bisogna precisarlo, perche' sento a destra e a manca non meglio precisate ipotesi, che vanno dall'aggiustamento di partite alla calciopoli piu' generale.

La storia che, essendo stata associata all'affare telecom, ha fatto pensare a mosse poco ortodosse da parte di Moratti, risale a molti mesi fa, almeno cinque. La storia dunque e' molto vecchia, ed e' per questo che definisco sospetto il clamore mediatico di questi giorni. Questa storia, dicevo, riguarda l'arbitro Nucini e Facchetti. In poche parole i fatti: Nucini parla con Facchetti e confessa le magagne ed i metodi Moggi, che poi ritrae di fronte al giudice (anche lui tiene famiglia), Facchetti non depone dal giudice su consiglio di Moratti (anche Facchetti tiene famiglia) e si decide di rivolgersi ad investigatori privati per andare piu' a fondo nelle questioni sollevate da Nucini. I sospetti gia' c'erano da un pezzo, le prove quasi.
Le narrative dei media italiani hanno risolto la questione con un sillogismo alquanto dubbio: intercettazioni telecom+Provera+Moratti+Nucini+investigatori privati=Inter complice in calciopoli.

Alla luce dei fatti, cio' e' sbagliato.

Ricapitolando: nel momento in cui si provasse che l'Inter abbia pagato investigatori privati per pedinare De Santis (cosa piu' che legale), si puo' supporre che abbia, nel fare cio', violato l'articolo I, agendo in modo sleale. Rimane pero' da chiarire dove sia il vantaggio raggiunto con questo metodo sleale da parte di Moratti e quindi credo proprio che non ci sara' alcuna penalizzazione.

[Moggi ha sempre enfatizzato questo punto quando si difendendeva in TV, diceva sempre che le sue telefonate non avevano lo scopo di ottenere alcun vantaggio, bensi' di difendersi da quelli che lui chiama i "poteri forti". Nel suo caso pero', neanche con una faccia di bronzo del suo genere, e' riuscito a convincerci.]

Per concludere la mia tesi e': le accuse a Moratti hanno un fondamento molto flebile che ha goduto della cassa di risonza mediatica del caso telecom, i giornali e le TV hanno fatto del loro meglio per tirar dentro anche l'Inter (e salvare il Milan, aggiungerei) e i fatti in se' ci dicono che non c'e' nulla da temere perche' non c'e' nulla di rilevante ai fini sportivo-giurisdizionali. Naturalmente posso sbagliarmi, ma ripeto che a me sembra che il caso si sia gia' smontato.

Purtroppo pero', agli ebetiti ascoltatori in testa e' rimasto solo il baccano sollevato ad arte da giornali e TV e quindi, per tutti, l'Inter e' colpevole quanto la Juve e certamente piu' del Milan. Meglio: calciopoli riguarda tutti e nessuno ne esce pulito.

Complimenti: OPERAZIONE TANGENTOPOLI RIUSCITA.

Share/Bookmark

Thursday, September 28, 2006

Il ritorno dei morti viventi

Cerchiamo di fare un po' di luce. Chi ha avuto modo di parlare con me dell'argomento Calciopoli sa che ho trovato di pessimo gusto autoproclamarsi "la banda degli innocenti" perché di santi ne ho sempre visti pochi in giro e qualche magagna l'abbiamo fatta anche noi (vedi Recoba).
Sull'eventuale pedinamento di De Santis avrei qualcosa da eccepire:
1. l'utilizzo di investigatori privati non è illegale
2. nella giustizia sportiva chi non apporta prove alle sue denunce viene automaticamente penalizzato. Quindi l'Inter se aveva il sospetto di intrallazzi tra De Santis e Moggi aveva l'obbligo di procurarsi prove, anche attraverso il pedinamento.
3. Se l'Inter avesse avuto a disposizione i tabulati delle telefonate con relative intercettazioni non aveva certo bisogno di pedinare De Santis. Voglio dire: le intercettazioni sono un tale condensato di reati sportivi che rendono superfluo il pedinamento di De Santis. Mi auguro quindi che l'Inter pedinasse De Santis, ciò dimostrerebbe che noi non eravamo in possesso di così tante prove.
4. Che poi Moggi risulti intercettato più dei dirigenti dell'Inter e dello stesso Milan non dipende mica da una supposta persecuzione. Quelle intercettazioni - per chi se lo fosse dimenticato - sono state passate alla giustizia sportiva dai magistrati che indagavano sul doping. Con chi ve la prendete se passate allegramente da un reato ad un altro?
5. Sinceramente non trovo molto edificante fare sofismi sulle modalità di acquisizione dei dati che hanno permesso di smantellare un sistema di corruzione come Calciopoli. O forse era meglio continuare a vincere come avete fatto in questi ultimi 10 anni?
6. Non nego che l'Inter ne stia uscendo male. Se verrà dimostrato qualcosa, credo - e lo dico con grande sofferenza - che la posizione del Milan ne uscirà riabilitata, visto che -a quanto so - non ci sono molte prove a suo carico. Ma per favore non ditemi che aveva ragione Moggi o che la Juve è una vittima... abbiate senso della misura.

Per gentile concessione di Carletta

Share/Bookmark

Sunday, September 24, 2006

Il sorriso che uccide


Il giocatore piu' sexy dei mondiali, icona gay, difensore modello, una persona di cui fidarsi o, per me, piu' semplicemente, faccia d'angelo.

Cannavaro alla ribalta delle cronache mondiali riesce a far parlare di se' in ogni occasione e sempre naturalmente bene, anzi benissimo. Il nuovo simbolo dell'identita' nazionale italiana e' un calciatore di Napoli, forse il piu' forte del mondo, non certo quella personcina a modo che vogliono farci credere che sia.

Inutile elencarne le malefatte o i comportamenti poco etici e vi risparmio il ricordo delle grasse risate di fronte alla telecamera con una siringa in vena, il modo in cui lascio' l'Inter prima con l'aiuto di Moggi e la Juve poi, con il benestare di Don Mascella.

Ebbene ultima novita' del capitano nerazzurro che insieme a Buffon ed agli altri intelligentissimi calciatori espose la scritta firmata fascista del "Fieri di essere Italiani", e', udite udite, la diatriba sul premio in moneta o gettoni d'oro che i nostri eroi si meriterebbero per la vittoria mondiale.

Interessante piu' di ogni altra quantificazione pecunaria la richiesta del prode Fabio che negli spogliatoi nel bel mezzo dell'euforia mondiale, probabilmente mentre si tirava champagne addosso a Napolitano, abbia urlato nelle orecchie di Abete "Allora facciamo piu' 100?" il quale forse neanche avendo sentito o non credendo alle proprie orecchie non ha fatto altro che sorridere imbarazzato di fronte a cotanta indecenza.

Ora pero' a distanza di qualche mese dalla sbornia tedesca, proprio nei giorni in cui si celebra la raffinatissima October Fest, il problema ritorna ed il debito dello sport nei confronti dei campioni pedestri va saldato al piu' presto.

Ma quanto dobbiamo ai nostri prodi? 250.000 euro lordi, come pattuito, o 250.000 netti come richiesto? Oppure addirittura 250.000 piu' i 100.000 richiesti da Cannavaro (lordi) il quale nel momento piu' felice della propria carriera non ha perso tempo nel quantificare e rilanciare al rialzo la vincita mondiale, gia' pentito probabilmente di aver richiesto troppo poco, visto che, se tutto andra bene, verra' accontentato di sicuro.

Ma voi, comprereste una macchina usata da Cannavaro?

Share/Bookmark

Tuesday, September 19, 2006

A chi di dovere

Riassumiamo:


Guido Rossi riceve il mandato di commissario straordinario alla Figc per risanare il calcio italiano attraverso una riforma dovuta alle tanto conclamate regole generali. Poi lo stesso Rossi, dopo le dimissioni di Provera, viene eletto presidente della Telecom.

Le due cariche divengono naturalmente insostenibili e il rifiuto alla Telecom o le dimissioni dalla Figc sono piu' che dovute.

Da una parte capisco il signor Rossi, piu' propenso alla presidenza Telecom che ad adempiere il difficilissimo compito di risanare il calcio italiano, patria dei peggiori inghippi e delle malefatte piu' palesi. Tra l'altro tutte le aziende pubbliche o ex-pubbliche italiane altro non sono che miniere d'oro in mano a un'oligarchia di latifondisti, quindi, non e' da biasimare.
Inoltre il nostro salvatore nonche' uomo giusto, ci fa sapere che si mette da parte perche' il mondo del calcio e' troppo lercio e laido e lui e' un uomo di etica profonda che non si vuole abbassare alle nefandezze del cuoio nostrano.

Ma una domanda semplice semplice voglio pormi e voglio porvi: siamo sicuri che il signor Rossi si sarebbe dimesso quand'anche non fosse stato eletto come presidente Telecom? Voglio dire, non e' che gli e' stato offerto di meglio e si e' buttato nella nuova avventura lavandosi le mani della precedente responsabilita' che si era preso e spacciandosi da paladino della morale e dell'onesta'?

Infine un consiglio a tutti: guardiamoci bene da questi che si atteggiano a signori, perche' le inculate sono sempre dietro l'angolo e il culo ce lo dobbiamo parare anche dai Rossi, Provera o Moratti che siano.

Share/Bookmark

Monday, September 18, 2006


I poveretti siamo noi che ci preoccupiamo per niente. Quando vennero pubblicate le vignette su Maometto, si disse che la rabbia dei musulmani scaturisse dal fatto che fosse vietato raffigurare Mamometto stesso, in qualsivoglia modo (cosa tra l'altro del tutto falsa). La giustificazione comunque resse e le scuse furono dovute.

Oggi si sono arrabbiati di nuovo per cio' che ha detto il coltissimo Ratzinger, che evidentemente non parla mai a vanvera. E' preoccupante che ora non si brucino solo bandiere per strada, ma che anche da alcune autorita' islamiche venga fatta la predichetta al Papa meno amato della storia recente.

Benedetto XVI ha riportato un dialogo medievale in cui uno afferma che la religione va sostenuta con la violenza e l'altro che invece va sostenuta con la ragione. Ebbene le reazioni che ha provocato mi dicono che il mondo islamico non tolleri nessuna infiltrazione esterna alla loro cultura in toto, non permettendo nemmeno fievoli commenti sulle loro maniere. Insomma mi pare che questi islametti siano un poco permalosi, e lo stesso non lo si puo' dire per noi occidentali, cristiani o meno.

E ad essere chiaro, per non essere frainteso, devo dire che mi hanno un po' rotto i coglioni queste prese di posizioni, quand'anche sfociano in omicidi (vedi Theo Van Gogh) o intolleranza generale.

Le guerre sante saranno disdicevoli, pero' cari miei, diamoci una regolata.

Share/Bookmark

Saturday, September 16, 2006

Con la calma e la vasellina...


Degna di nota la pubblicita' radiofonica di Selenia, azienda produttrice di lubrificatori. Da antologia lo slogan, decantato da un'ammiccante e provocatrice voce femminile che, a voce bassa e quasi sospirando ci ricorda:

"Selenia, ti olio bene!"

Della serie: sex sales

Share/Bookmark

Padre Pio... beato impostore (o almeno così appare)

Eccomi. Credo possa essere di qualche interesse per i nostri 25 lettori una lettura critica sulle vicende di Padre Pio su cui mi sono imbattuto stamane. Il libro da cui è tratto è di toni leggermente anticlericali, ma per smentire i prevenuti avverto subito che le informazioni a cui ha attinto sono tratte da inchieste promosse dal Vaticano. Non stupitevi se la vicenda è un po' diversa da quella raccontata in televisione.
Breve sintesi dal libro "La repubblica dei numeri" di Piergiorgio Odifreddi tratto dal "Beato impostore" di Mario Guarino

Siamo nel 1918. Lo spettacolo delle ferite che sanguinavano mentre il frate di Pietralcina dice messa fanno accorrere a San Giovanni Rotondo le folle e i folli. E finalmente anche qualche medico. Nel 1919 uno di essi lo visita e nota che le piaghe sono superficiali e presentano un alone del caratteristico colore della tintura di iodio. La diagnosi è confermata dal perito ufficiale inviato dal Sant'Uffizio che attribuisce alla tintora di iodio lo sviluppo e il mantenimento delle lesioni in origine superficiali e di natura patologica (necrosi della cute).
Secondo i confratelli Padre Pio versa acido fenico, acido nitrico e acqua di colonia sulle ferite "per attutire a scopo d'umiltà il suo odore di sangue". Il nostro, in quegli anni, si fa inoltre notare per il suo schierarsi a favore dei fascisti e per essere dichiarato "indemoniato" dal vescovo di Manfredonia, il quale definisce inoltre i frati del convento una banda di truffatori, dediti al simoniaco commercio di panni sporchi di sangue e a ricevere le visite notturne di sedicenti "figlie spirituali".
Nel 1923 deve intervenire di nuovo l'Inquisizione che dichiara ufficialmente che non si è in presenza di alcun fatto soprannaturale. Due visite ispettive ordinate dalla Santa Sede nel 1927 e nel 1928 stabiliscono che nel convento si è in presenza di un grave disordine morale. Letteralmente: "corruzioni, ruberie, ricatti, simonia, peccati della carne, odi e vendette".
Passano gli anni e cambiano i papi, ma non la situazione a San Giovanni Rotondo. Nel 1960 un'ispezione ordinata da Giovanni XXIII stabilisce che moltissimi frati possiedono automobili private e gestiscono personalmente grandi somme di denaro e udite udite... il nostro, stante alla lettera dell'inchiesta, "scopava un paio di volte alla settimana". Nel 1961 il Sant'Uffizio ordina la segregazione di Padre Pio, situazione che si mantiene fino all'elezione del nuovo papa.

Credo che la verità vada costruita tassello per tassello, con l'umiltà di recedere dalle proprie idee ogni qual volta ci si imbatta in nuove informazioni. Così come aveva scritto Gnegno qualche post fa.
Il mio post spero serva a dare qualche spunto in più e ad evitare qualche pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo, non pretendo certo che sia la verità assoluta... anche perché trovo ipocrita credere alla Chiesa solo quando ci fa comodo

Share/Bookmark

Friday, September 15, 2006

L'albo d'oro delle cazzate

Tassisti, farmacisti, avvocati, notai, professori e chi ne ha piu' ne metta. Tutte le corporazioni in Italia, si sa, sono piu' una rete arrogante di cuginanze che uno strumento di liberta' per il cittadino.
Una delle piu' ridicole pero', oltre che inutili, e' quella dei giornalisti.

E' cosi' che l'affaire Moggi a "Quelli che...", da questione etico-sportiva e' divenuto commedia nazional-popolare. Infatti il problema e' stato decapitato alla radice con la decisione di tagliare la mezz'ora di interviste in mano alla spumeggiante, gesticolante e arrembante donna in carriera signora Ventura nonche' ex-Bettarini.

Che forse l'intervista ad uno che ha processi in corso non fosse adatta ad una TV pubblica? Che forse l'intervista fatta con un qualche contraddittorio sarebbe stata piu' consona ad un servizio pubblico di tipo pedagogico? Che forse uno come Moggi non si meritasse di avere cosi' tanto credito tra l'ambiente mediatico italiano?

Niente di tutto questo, naturalmente! La Ventura e' solo una presentatrice e, cari telespettatori, lasciamo fare ad ognuno il suo lavoro. C'era gia' passato prima Bonolis con Serie A quando lo si incolpo' di rubare il lavoro ai poveri giornalisti italiani. Ora tocca anche a lei, e guai a chi si permettera' di nuovo invasioni di campo fuori luogo.

Mi viene il dubbio che, se anche ci fosse stato un giornalista al posto della signora, nulla sarebbe cambiato se non in peggio, e magari avremmo dovuto anche ascoltare le banalissime domande del sempre sorridente Varriale, condite da geniali sottofondi musicali.

Lo spettacolo, da patetico che era, e' divenuto disarmante.

Share/Bookmark

Wednesday, September 13, 2006

Un calcio alla tristezza

La giustizia sportiva ha fatto il suo corso ed ha ottenuto dei risultati, seppur grami rispetto alle aspettative di chi, come noi, sperava ingenuamente in una pulizia generale del calcio italiano. La giustizia ordinaria invece il suo corso deve ancora iniziarlo e pazienza se noi poveri spettatori ci illudiamo di nuovo, sperando in un utopico colpo di spugna (Moggi e' in dolce attesa: a presto comincera' il processo penale, per chi non lo sapesse).

Intanto il campionato italiano e' ricominciato e con esso la Champions League, anche se le due manifestazioni sembrano piu' delle cornici barocche ad uno spettacolo di nani e ballerine piu' che degli eventi sportivi veri e propri. Purtroppo il calcio giocato ancora poco ci interessa e passi che sia stato deciso di mettere un tetto di 80e ai regali da fare agli arbitri (non piu' Maserati, mi raccomando...a meno che con qualche stratagemma fiscale non si riesca ad appioppargliela comunque, un'auto sportiva).

Venendo al punto, cio' che ci preme dire e' che ancora una volta dobbiamo notare sconsolatamente l'indifferenza e l'impermeabilita' di certi signori alle sentenze della giustizia sportiva, che in questo momento hanno prodotto lo stesso risultato che avrebbero prodotto delle frecce scoccate contro degli spaventapassari. Per l'appunto, come avevamo intuito, scopriamo che il signor Moggi continua a fare il proprio lavoro indisturbato e, anzi, riverito da tutto l'ambiente giornalistico-sportivo. I giocatori in mano sua sono ancora molti e pazienza che sia il figlio a gestirli, l'amico degli amici o lui stesso in persona. D'altra parte il signor Galliani non e' da meno e, seppur inibito non fa altro che fare quello che ha sempre fatto, ovvero il vice presidente esecutivo che va in Spagna, che rilascia interviste e che, insomma, si da del buon daffare per la causa rossonera. Poi scopriamo anche che forse ci sono state delle frodi nelle operazioni Miccoli e Zidane (pianeta Juve, tanto per cambiare, che pensavate?) e la nostra malinconia non fa che crescere proporzionalmente all'abbassamento del valore delle azioni telecom.

A questo punto anche questo blog ha poco senso.

Un momento, non buttiamoci giu'... e se invece fosse tutta una bufala internettiana e noi complottisti stessimo sognando ad occhi aperti? E se fosse prorpio cosi'?

p.s. non ho piu' sentito parlare di scommesse clandestine e non, ho paura che ci stiamo perdendo qualcosa...

Share/Bookmark

Di sicuro, non sono Amerikano

L'11 settembre in questi giorni e' sulle pagine di tutti i giornali e anche di tutti i blog, visto che si celebra l'anniversario di 5 anni dal giorno dell'attentato.

E' inevitabile dire che l'opinione pubblica e' divisa tra complottisti e anti-complottisti in una guerra mediatica supportata anche da giornalisti autorevoli che scrivono per testate autorevoli.

Lo spettacolo e' ancora una volta patetico. Infatti non solo non esistono vie di mezzo in questa guerra a suon di prove tecniche, interviste, pareri storici e quant'altro, ma inoltre nessuno e' nemmeno disposto ad ascoltare l'altrui opinione, mettendo un attimino in crisi la propria.

Essendo consapevole che nessuno e' portatore di verita' assolute, io la mia, di opinione, ho deciso di metterla in dubbio continuamente: la verita' non sta da nessuna parte e spesso e' il risultato di un compromesso, soprattutto quando si parla di fatti storici (come lo e' l'11 settembre) che inevitabilmente cambiano con il passare degli anni (cambia il punto di vista dal quale vengono osservati e quindi cambiano il modo in cui vengono descritti ed infine cambia il fatto stesso oggetto dell'analisi).

Si chiama narrativa, il modo in cui i fatti storici vengono raccontati. Giusto per fare un esempio: la storia degli indiani d'America se raccontata dagli americani (per esempio nei vecchi film in bianco e nero) e' la storia di liberazione di una terra fertile dai pericolosi nativi, i quali attentano alle liberta' dei bianchi. Se invece e' raccontata dagli indiani non e' altreo che la storia di uno sterminio senza precedenti. Dove sta la verita'?

Per tornare all'11 settembre, personalmente non mi sento ne' complottista ne' anticomplottista. E tra chi sceglie la prima politica alla seconda o viceversa non scelgo nessuno dei due. Pero' pongo solo una domanda agli anticomplottisti: siamo disposti a credere che l'assassinio di Moro sia avvenuto senza infiltrazioni della Cia o dei servizi cosiddetti deviati, cosi' come eravamo disposti a credere che il rapimento di Abu Omar fosse una specie di fatalita'? Siamo disposti a credere che il disastro Ustica sia stato causato da una bomba piazzata in precedenza sul tristemente famoso DC-9? Siamo disposti a credere a tanti dei misteri della vita politica e non, italiana e non, cosi' come ci vengono raccontati?

Oppure vogliamo credere che, come dice Zucconi, la Prima Guerra Mondiale sia solo la conseguenza di un assassinio da parte di uno squilibrato?

Se non cerchiamo una risposta ora, non la troveremo mai piu'.

Share/Bookmark

Monday, September 11, 2006




Riassumiamo:

Moggi passa tutta l'estate rilasciando interviste a destra e manca e convocando conferenze stampa alle quali i giornalisti tutti partecipano felici, come se Lucianone fosse l'oracolo, o avesse qualcosa di interessante da dire, a parte affermare continuamente -come il piu' tipico degli ergastolani- di essere innocente. Ora addirittura e' ospite acclamato di "Quelli che..." e come si usa in Italia non solo si dice vittima, ma contrattacca spalleggiato dal sistema tutto.

Se non bastasse c'e' anche Mastella, il quale non rinnega l'amicizia con il padrino del calcio italiano e anzi lo ringrazia per gli anni del Napoli (quelli delle cento lire di Alemao, di Maradona e la cocaina, di Van Basten che si toglie la maglia di fronte a Lo Bello, di uno scudetto perso contro il Milan mentre in campo volavano stracci dopo il crollo sospetto della squadra, con le scommesse clandestine sullo sfondo).

Poi interviene la Melandri che se la prende con Mastella per essere intervenuto commentando delle sentenze (sportive o meno poco conta, secondo me).

Infine Mastella contrattacca mafiosamente dicendo che lui fa come gli pare e che se alla Melandri non sta bene se la vedranno in parlamento, essendo palesemente sicuro di avere il potere (numerico dei voti) di tenere o meno in vita il governo tutto, e che quindi per lei e' meglio lasciar stare.

Purtroppo lo spettacolo e' gramo e non so se sia peggio il pluricondannato Moggi che non si vergogna dopo aver rubato milioni di euro attraverso la borsa, gli abbonamenti sky, le scommesse, i biglietti dei tifosi ecc... oppure Mastella il quale non pago dell'indulto che ha messo sulle strade qualcosa come 12000 criminali ora difende anche quelli che in galera ancora non ci stanno. Oppure se sia peggio la Rai e i suoi giornalisti che ancora danno credito ad uno che durante la sua carriera di dirigente calcistico non ha fatto altro che combinare pasticci con i suoi compagni di merende (la maggior parte dei quali sono ancora a piede libero).

Solo in Italia la parola giustizialismo ha una connotazione negativa e non e' difficile spiegarne il perche', visto che tutti sono pronti a perdonare o dimenticare. Ma cosa c'e' di male nel pretendere giustizia, nell'essere quindi giustizialisti? O forse fa piu' comodo essere benevoli, che in futuro...non si sa mai, puo' succedere anche a noi...

Ma e' anche ora che qualcuno venga giustiziato: a Napoli la spazzatura arriva fino alle finestre dei condomini mentre nel resto d'Italia non si fa altro che riciclare il marcio della prima repubblica.

Share/Bookmark

Saturday, September 09, 2006

Frammenti




Il blog latita e la colpa e' mia, ma in questi giorni mi sono soprattutto dato al gioco. A natale non s'e' giocato, per cui mi sono rifatto ora con il poker di paf.fi. Notevole.

Intanto la' fuori tutto scorre come prima. Il campionato ricomincia come se niente fosse successo dopo un' estate veramente folle, con dirigenti e accompagnatori squalificati al limite della radiazione che hanno svolto il loro lavoro come se niente fosse. Con un commissario straordinario (vedi Rossi) che da straordinario e' divenuto permanente. Con la Juventus che il tricolore se lo mette al polso: facciamo come vogliamo, in perfetto stile Juve. Ma non prendiamoci in giro, il calcio e' marcio dalla testa ai piedi, da Blatter e Platini fino alla piu' squallida delle categorie.

Anche il Milan si sente derubato e passi che Galliani, seppur inibito, abbia fatto spola con la Spagna per trattare Ronaldinho e Ronaldo (passi per i tifosi che sia tornato con Oliveira, ricordandoci ironicamente le colonie fasciste, quando si tornava dal Nord Africa facendo credere agli italiani di aver conquistato l'America).

Se n'e' andato Facchetti (solo 64enne) e piu' che altro sono stato colpito da due cose: una e' l'ormai famoso caffe' del mago Herrera, l'altra un rigo di un articolo della Gazzetta dello Sport, perso ormai nei meandri della rete. Tale articolo riguardava la vacanza (nel senso di vacante, di lacuna amministrativa) della carica di presidenza dell'Inter: il naturale successore dovrebbe essere Moratti, secondo l'articolo, poiche' fraternamente legato a Facchetti. Mentre il naturale vice dovrebbe essere, sempre secondo l'articolo, il figlio di Massimo, Angelo Mario. La domanda sorge spontanea: perche' il signorino Angelo Mario Moratti, e' gia' stato eletto a futuro padre padrone della Internazionale F.C. s.p.a.? Quali sono le capacita' amministrative, manageriali e/o dirigenziali del rampollo, tali da fargli guadagnare la nomination? Ma questa e' la nostra Italia a gestione famigliare, e non possiamo farci niente.

Che altro dire? Forse con il tempo anche noi ci riappassioneremo al calcio, certo e' che l'inizio non e' dei piu' ottimisti.

Share/Bookmark

Tuesday, September 05, 2006

Voci incontrollate di corridoio dicono che Salvatore Cuffaro, per gli amici Toto', sara' presto all'universita' di Vaasa, ma se ne ignorano ancora i motivi. Il fermento per una visita di tale levatura e' a livelli effervescenti.

Prima pero' ci onorera' della sua presenza il Re di Svezia, peccato i due non si possano incontrare, sarebbe memorabile.

A presto per piccanti aggiornamenti.

Share/Bookmark

Sunday, September 03, 2006

Good night and good luck

Ero ancora con la pancia piena di una buonissima amatriciana (cucinata da me, naturalmente) e colto da una continua flautolenza, quando a rovinarmi la buona notte ci ha pensato un articolo nel quale mi sono imbattuto quando ormai mi stavo rimboccando le coperte.

Ebbene a Cernobbio si sono riuniti nella versione junior del workshop Ambrosetti quelli che il colonnista definisce i leader del domani. A parte che gia' mi immagino l'ambientino del meeting, al quale tra l'altro hanno partecipato grandi nomi, ma rabbrividisco se penso al dressing-code dei vari montezemoli: cravatte rosa fosforescente annodate in poco eleganti composizioni barocche da 4-5 etti, volgarissimi gessati versione gangster accoppiati a sopracciglia rifatte versione per lui e per lei, orologioni da muro portati al polso in nonchalance, camicione con colli imbarazzanti a quattro bottoni e scacchi giganti, insomma, non proprio il meglio dello stile made in Italy. In pratica, questo meeting mi sa tanto di massoneria legalizzata in cui i carbonari si incontrano in un festival dell'ipocrisia. Ma questa e' solo una sensazione personale dovuta probabilmente alla cena poco leggera.

Venendo ai fatti, viste le premesse, mi ha stupito la profondita' di alcuni concetti espressi in questo incontro (workshop appunto, come lo chiamano oggi i turisti della lingua inglese), molti dei quali erano delle vere e proprie pillole di saggezza, alla faccia della cultura popular-volgare.
Tra tutti i bocconiani e i vari portatori multipli (ma sani) di master milionari e quant'altro, il commento che piu' ci ha fatto riflettere, e' stato quello di Isabella Stanca, figlia minore di lui, proprio lui, il ministro Stanca. La ventiquattrenne manager ex-bocconiana, cosi' la definisce l'inviato (ma l'Italia non era il paese degli stage gratutiti e della schiavitu' moderna? Forse ci stiamo sbagliando, la ripresa c'e', e si vede), tra lo stupore generale per tanto anticonformismo si e' permessa di dire brillantemente (come si addice a questi geniacci giovani e rampanti) rivolgendesi ad un rappresentante cinese:

«Lei da un lato ha detto che in Cina c’è la pace sociale e dall’altro che esiste un divario immenso tra chi vive in città e nelle campagne. Uno squilibrio che mal s’adatta a una società stabile»

Un intervento veramente brillante e certamente intelligente che ha fatto sospirare la platea tutta che, probabilmente, prima di questa geniale uscita non era consapevole delle sfide che la nostra societa' moderna ci offrira' in futuro. Per un secondo mi sono chiesto se il giornalista fosse un amico di famiglia o se stesse solamente cercando di sviolinarla, la famiglia. Poi mi sono ripreso immediatamente realizzando l'importanza di una tale affermazione, rammaricandomi di averla compresa in ritardo e, rassegnato al mio destino di incapace, mi sono prostrato alla futura dirigente.

Di fronte a cotanta saggezza non posso che constatare come i soldi spesi per il diritto allo studio siano stati certamente proficui e, una volta di piu' posso finalmente andare a letto piu' tranquillo e rinfrancato, pensando beatamente alla classe dirigente del futuro.

Share/Bookmark

Friday, September 01, 2006



Tempo fa (vedi archivio di febbraio 2006) dalle pagine di questo blog ce la prendemmo con la Puma, rea di aver disegnato in fretta e furia delle maglie decisamente brutte per la nostra nazionale di calcio.

Oggi e' il momento di prendercela con i geni del marketing che hanno invece disegnato il nuovo logo della Figc. La prima considerazione riguarda innanzitutto il fatto che la comparsa delle quattro stelle e' avvenuta con molto ritardo, dopo che fosse gia' stata giocata una partita amichevole (e' vero, non c'erano i giocatori di Berlino, ma la nazionale e' un'entita' che prescinde dai giocatori).

Poi la considerazione estetica: il simbolo e' l'asimmetria (e quindi la bruttezza) per eccellenza. Evidentemente quattro stelle per gli inadeguati disegnatori erano cosi' tante da non sapere dove piazzarle e ricorrendo ad un miscuglio improvvissato dal risultato veramente disdicevole. Meglio sarebbe stato allinearle da qualche altra parte, sopra lo scudetto ad esempio.

Molto probabilmente non hanno voluto perdere tempo e si sono rifatti con poca fantasia al logo precedente in cui ognuna delle tre stelle corrispondeva ad una banda colorata della bandiera italiana.

E noi che facciamo del design made in Italy un vanto mondiale.

Share/Bookmark
Creative Commons License