Saturday, September 16, 2006

Padre Pio... beato impostore (o almeno così appare)

Eccomi. Credo possa essere di qualche interesse per i nostri 25 lettori una lettura critica sulle vicende di Padre Pio su cui mi sono imbattuto stamane. Il libro da cui è tratto è di toni leggermente anticlericali, ma per smentire i prevenuti avverto subito che le informazioni a cui ha attinto sono tratte da inchieste promosse dal Vaticano. Non stupitevi se la vicenda è un po' diversa da quella raccontata in televisione.
Breve sintesi dal libro "La repubblica dei numeri" di Piergiorgio Odifreddi tratto dal "Beato impostore" di Mario Guarino

Siamo nel 1918. Lo spettacolo delle ferite che sanguinavano mentre il frate di Pietralcina dice messa fanno accorrere a San Giovanni Rotondo le folle e i folli. E finalmente anche qualche medico. Nel 1919 uno di essi lo visita e nota che le piaghe sono superficiali e presentano un alone del caratteristico colore della tintura di iodio. La diagnosi è confermata dal perito ufficiale inviato dal Sant'Uffizio che attribuisce alla tintora di iodio lo sviluppo e il mantenimento delle lesioni in origine superficiali e di natura patologica (necrosi della cute).
Secondo i confratelli Padre Pio versa acido fenico, acido nitrico e acqua di colonia sulle ferite "per attutire a scopo d'umiltà il suo odore di sangue". Il nostro, in quegli anni, si fa inoltre notare per il suo schierarsi a favore dei fascisti e per essere dichiarato "indemoniato" dal vescovo di Manfredonia, il quale definisce inoltre i frati del convento una banda di truffatori, dediti al simoniaco commercio di panni sporchi di sangue e a ricevere le visite notturne di sedicenti "figlie spirituali".
Nel 1923 deve intervenire di nuovo l'Inquisizione che dichiara ufficialmente che non si è in presenza di alcun fatto soprannaturale. Due visite ispettive ordinate dalla Santa Sede nel 1927 e nel 1928 stabiliscono che nel convento si è in presenza di un grave disordine morale. Letteralmente: "corruzioni, ruberie, ricatti, simonia, peccati della carne, odi e vendette".
Passano gli anni e cambiano i papi, ma non la situazione a San Giovanni Rotondo. Nel 1960 un'ispezione ordinata da Giovanni XXIII stabilisce che moltissimi frati possiedono automobili private e gestiscono personalmente grandi somme di denaro e udite udite... il nostro, stante alla lettera dell'inchiesta, "scopava un paio di volte alla settimana". Nel 1961 il Sant'Uffizio ordina la segregazione di Padre Pio, situazione che si mantiene fino all'elezione del nuovo papa.

Credo che la verità vada costruita tassello per tassello, con l'umiltà di recedere dalle proprie idee ogni qual volta ci si imbatta in nuove informazioni. Così come aveva scritto Gnegno qualche post fa.
Il mio post spero serva a dare qualche spunto in più e ad evitare qualche pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo, non pretendo certo che sia la verità assoluta... anche perché trovo ipocrita credere alla Chiesa solo quando ci fa comodo

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