Monday, June 26, 2006
URLO MUNDIAL
Italia - Australia 1 - 0 Nella foto: la appoggia piano e non dribbla, ma rimane un bravo ragazzo
Che sia perdonato per l'assenza della rubrica in occasione della partita del dentro o fuori contro la Repubblica Ceca, o Cechia come a qualcuno e' venuto in mente di chiamarla per abbreviarne il nome giornalisticamente.
Il gran ritorno pero' giunge in un momento di gioia sofferta, un'urlo mundial che e' stato materialmente tale al fischio che ha ingiustamente decretato il rigore a favore dei nostri compatrioti, d'altronde qualunque arbitro al mondo lo avrebbe fischiato e quindi non ci poniamo il dubbio a priori. Siamo perfino riusciti a gioire per l'unica azione degna di tale nome ad opera del caro "fisico e faccia da partigiano" compagno Grosso, contro il quale avevamo spergiurato durante tutta la partita a causa delle sue dubbie abilita' balistico-motorie. Questo pero', come direbbe il mai rimpianto Pizzul, gufo di tempi immemori, e' il bello del calcio e la sorpresa stavolta e' stata una dolce sorpresa.
La partita non era comunque cominciata sotto una luce di spensierato ottimismo, dopo che un'ora prima dell'inizio avevamo scorto tra gli undici titolari il nome di Del Piero, pensando che ci stessero mostrando la panchina invece della formazione iniziale. Eravamo pero' disposti a tutto e lo saremo comunque da qui in avanti pur di restare in corsa. D'altronde, c'eravamo detti, con un Totti in quelle condizioni, seppure in crescita vertiginosa, avremmo ad ogni modo giocato in dieci per gran parte della partita.
Ed in dieci abbiamo giocato sul serio quando un arbitro mediocre di non so quale paese e' riuscito ad espellere un ammansatissimo ed in formissima Materazzi il quale nella foga di difendere aveva commesso fallo addirittura su Zambrotta. D'altra parte il primo tempo se ne era andato troppo liscio, con l'Italia che nonostante l'offensivissimo modulo era riuscita ad applicare alla perfezione lo stile del catenaccio sublime, attendendo i poveri canguri (si' proprio dei canguri, visto che ammaestravano la palla come dei marsupiali dograti) nella propria meta' campo e ripartendo al trotto controllato verso la porta avversaria. Risultato: nessun rischio corso (grazie anche al nostro portiere, il piu' idiota e piu' forte del mondo) e diverse palle gol create in nonchalance.
Come dicevo pero' la tensione e' iniziata a salire nel secondo tempo quando in dieci la squadra aveva completamente rinunciato a giocare e difendeva in affanno contro un'arrembante Australia, il cui giocatore piu' carismatico, lo ricordo, e' una riserva italiana del calcio italiano. Senza considerare poi i vari Aloisi o Grella, nomi tipicamente aborigeni della foresta umbra del gargano. Di conseguenza non eravamo piu' disposti a giustificare l'ennesimo passaggio all'indietro del sig. "sono soddisfatto della mia prestazione e se avessi tirato il rigore avrei segnato" Achille-Del Piero. Poco male che Gea-Iaquinta fosse entrato al posto di Gilardino e Toni si prestava ad essere sostituito da nientepocodimenoche Barzagli, autore tra l'altro di una partita anonima, ma efficiente. Insomma l'attacco stellare italiano grazie al genio "faccio lo stronzo anch'io" o del sempre verde "prenderei tutti a calci nel culo" si era poco poeticamente sfrondato alla sola punta della straordinaria Udinese ed al panchinaro bianconero: non certo roba da mondiale.
Per fortuna pero' a dieci minuti dalla fine il nostro caro Marcello detto Paul Newman in quel di Viareggio, tra barche e bestemmiatori di vecchia data, e' improvvisamente rinsavito ed ha inserito il pupone nazionale che si stava grattando l'epidermide in pachina a vicenda con De Rossi e che, entrando in campo, riusciva a caricare i suoi compagni all'urlo di "aooooh, aooooh!".
Il borghettaro de noartri era in crescita gia' contro la Cechia, ma oggi ci e' sembrato quasi completamente recuperato e, si badi bene, non certo per il rigore (ebbene si', anche noi eravamo tra quelli che temevano e speravano allo stesso tempo nel cucchiaio). Passaggi di prima precisi e filtranti, e' questo quello che gli chiediamo: sara' un caso che si e' espresso come doveva quando giocava da seconda punta mentre arretrato a centrocampo e', come disse Capello, sprecato?
Per finire: un Totti in gran spolvero, un Del Piero finalmente condannato da se stesso alla panchina ed una tra Svizzera e Ucraina. Sperare a questo punto e' lecito.
L'Urlo Mundial oggi ricomincia a prendere fiato.
Tuesday, June 20, 2006
Si fossi foco, arderei il mondo, si fossi Borrelli, sai che farei?
Resistere, resistere, resistere
Bando alle ciance, il giorno del giudizio universale si avvicina a passi da gigante, uno dei quali e' stato fatto dall'efficentissimo Borrelli, a capo di mani pulite prima e a capo di piedi puliti ora. Un vecchietto ancora pimpante e appassionato che ha fatto degli arti la propria arte, capace di passare indenne sopra centinaia di ore di interrogatori e migliaia di pagine scritte, egli sara' probabilmente l'artefice di quella che speriamo sia la pulizia estiva del calcio nostrano.
Tutto era cominciato con l'evidenza di un sistema Juve capillarissimo, una piovra di dimensioni impressionanti i cui tentacoli arrivavano persino a toccare i vertici piu' alti delle istituzioni pubbliche. Si sa, pero', che piu' si scava piu' si trova e, una volta sollevato il coperchio di un tombino non ci si poteva certo aspettare di trovare il giardino dell'heden.
Ed infatti cosi' e' stato: a venire a galla non sono stati solo i potentati di un ex-ferroviere, ma tutto il puzzo di un sistema ad esso parallelo, meno potente stando ai fatti, ma probabilmente piu' esteso stando alle ipotesi. Ebbene il Milan che da vittima era diventato protagonista carnefice delle accuse ai pelati bianconeri si e' rivelato essere la cupola poilitica-mediatica che l'emergente boss malavitoso sig. Moggi tentava di combattere. I cosiddetti poteri forti non se li era inventati, ma cercava di combatterli e abilmente l'alunno era riuscito a superare il maestro.
Ora il nostro calendario biologico viene fortemente re-influenzato ed una re-organizzazione delle nostre abitudini quotidiane fortemente dipende non piu' dal 9 luglio e la finale di Berlino, ma dal 15 luglio e la lista da consegnare alla federazione con i partecipanti alla prossima coppa campioni. L'insostituibile Galliani imperterrito noncurante delle sue colpe tenta italianamente di negare anche l'evidenza, cosi' come Sottile tenta di negare alla propria moglie di fronte ai fatti come sia stato ad essa fedele, e rincorrendo la sua innocenza ancora spera in un colpo di spugna per salvarsi la faccia, lo scalpo e soprattutto il portafoglio.
Ma sembra che in questa italietta degli scandali quotidianamente italiani, in cui le rivoluzioni sono in mano a giudici facinorosi, stavolta non verranno fatte eccezioni ed il rilassamento generale generato dagli ultimi cinque anni di eversivi comandamenti abbia finalmente una fine.
Da questo blog una voce si leva forte come un urlo mundial: giustizia vogliamo che venga fatta in fretta. A questo punto la gerarchia si e' modificata e con la Juve in C1 il Milan deve inseguire dalla B. Le penalizzazioni per Lazio e Fiorentina (sistemi conniventi, ma non indipendenti) sono scontate, ma a questo punto, veramente, e' questa la nostra maggior preoccupazione?
Si fossi foco, arderei il mondo, si fossi Borrelli, sai che farei?
Sunday, June 18, 2006
URLO MUNDIAL
Dopo 45 min di illusione i Galacticos celebrati come dei in terra dai giornali e tv italiani sono riemersi dal limbo fantastico di chi gia' credeva di avere la coppa del mondo tra le mani. Poco male perche' comunque siamo almeno stati capaci di agguantare un pareggio alquanto insperato (visto come si era messa la partita) contro una squadra che nel ranking Fifa galleggia ben 8 posizioni prima di noi.
Il buon De Rossi raccoglie cio' che aveva seminato all'esordio e, cosi' come Totti si e' capacitato di cosa e' un giocatore di calcio solo alla soglia dei trent'anni e con un figlio a carico, cosi' forse De Rossi tra un decennio o giu' di li, nei capionati del mondo di Santo Domingo riuscira' a non rimediare alcun cartellino rosso e a giocare con i piedi anziche' con i gomiti.
Il gruppo dei miracoli che avevamo visto all'esordio, sempre secondo i media italiani, quelli che erano l'orgoglio del riscatto del calcio italiano si sono sciolti di certo non di fronte ad una squadra che punta a vincere i mondiali e il risultato sotto questa luce diventa ancora piu' preoccupante. D'altronde preferendo Zaccardo a Panucci, il nostro Lippi e' riuscito a completare un capolavoro che senza la convocazione di Cassano sarebbe rimasto incompiuto e che invece con la sostituzione di Toni con Iaquinta e' divenuto capolavoro tra i capolavori.
In fondo, cosa dovremmo aspettarci da uno che ha vinto nella Juve con l'ombra del doping prima e con quella della corruzione poi, da uno che nell'unica esperienza estranea al mondo bianconero (vedi Inter) e' riuscito solo a sproloquiare in mondovisione, da uno che veniva sbeffeggiato per la sua incompetenza dai suoi stessi dirigenti, da uno che affronta un mondiale con un figlio indagato per associazione a delinquere, che convoca i giocatori agli ordini di agenzie di collocamento ed eventualmente a seconda della propria simpatia, insomma, da uno cosi', ci potevamo aspettare un cambio Toni-Inzaghi o almeno una certa padronanza di campo quando giocavamo in dieci contro nove? Forse chiedo troppo.
Per fortuna pero' abbiamo visto un Del Piero in gran spolvero che, spogliatosi della maschera di eterno Godot, e' riuscito, udite udite, a tirare un paio di volte in porta, rendendosi almeno pericoloso (per carita', il gol e' un altro discorso). Anche se personalmente a quei due tiri avrei preferito che non sbagliasse gli altri tre-quattro passaggi e non perdesse, come ha fatto, quei cinque o sei palloni che gli sono sfuggiti dai piedi come calze di vasellina. Ma tant'e', se ancora ci affidiamo alle sue magie sara' perche' nella vita ci sono sempre periodi di vacche grasse e periodi di vacche magre...
I migliori in campo sono stati senza dubbio Cannavaro e Pirlo, il primo grazie alla sua forma fisica ed il secondo semplicemente perche' e' un buon giocatore, di classe e tecnica, che sa cos'e' il giuoco del calcio. Nesta e' stato l'ombra degna di se stesso, degno rappresentante della difesa rossonera, causa di tutti i mali di Ancelotti. Fortunatamente era almeno rientrato Zambrotta. Toni non molto in luce, ma e' comprensibile per uno che, abituato ad aspettare i palloni al limite dell'area, si era dovuto sacrificare tutta la partita correndo a destra e a manca per partecipare almeno un po' al gioco degli azzurrini. Per Gilardino invece, un bel gol e poi piu' niente, devo ammettere che durante il secondo tempo, nella confusione generale, ero convinto non giocasse piu', tanto lunga e' stata la sua assenza dal gioco. Ripeto pero' che al fianco di Toni e' sprecato, lui che e' abituato ad essere il punto d'arrivo delle azioni e non il punto di partenza.
A questo punto la qualificazione, pur essendo primi nel girone, diventa problematica e la partita contro la Repubblica Ceca sono i nostri primi sedicesimi di finale.
Di nuovo l'urlo mundial rimane strozzato in gola, speriamo solo non si trasformi in un rospo da ingoiare amaramente.
Il buon De Rossi raccoglie cio' che aveva seminato all'esordio e, cosi' come Totti si e' capacitato di cosa e' un giocatore di calcio solo alla soglia dei trent'anni e con un figlio a carico, cosi' forse De Rossi tra un decennio o giu' di li, nei capionati del mondo di Santo Domingo riuscira' a non rimediare alcun cartellino rosso e a giocare con i piedi anziche' con i gomiti.
Il gruppo dei miracoli che avevamo visto all'esordio, sempre secondo i media italiani, quelli che erano l'orgoglio del riscatto del calcio italiano si sono sciolti di certo non di fronte ad una squadra che punta a vincere i mondiali e il risultato sotto questa luce diventa ancora piu' preoccupante. D'altronde preferendo Zaccardo a Panucci, il nostro Lippi e' riuscito a completare un capolavoro che senza la convocazione di Cassano sarebbe rimasto incompiuto e che invece con la sostituzione di Toni con Iaquinta e' divenuto capolavoro tra i capolavori.
In fondo, cosa dovremmo aspettarci da uno che ha vinto nella Juve con l'ombra del doping prima e con quella della corruzione poi, da uno che nell'unica esperienza estranea al mondo bianconero (vedi Inter) e' riuscito solo a sproloquiare in mondovisione, da uno che veniva sbeffeggiato per la sua incompetenza dai suoi stessi dirigenti, da uno che affronta un mondiale con un figlio indagato per associazione a delinquere, che convoca i giocatori agli ordini di agenzie di collocamento ed eventualmente a seconda della propria simpatia, insomma, da uno cosi', ci potevamo aspettare un cambio Toni-Inzaghi o almeno una certa padronanza di campo quando giocavamo in dieci contro nove? Forse chiedo troppo.
Per fortuna pero' abbiamo visto un Del Piero in gran spolvero che, spogliatosi della maschera di eterno Godot, e' riuscito, udite udite, a tirare un paio di volte in porta, rendendosi almeno pericoloso (per carita', il gol e' un altro discorso). Anche se personalmente a quei due tiri avrei preferito che non sbagliasse gli altri tre-quattro passaggi e non perdesse, come ha fatto, quei cinque o sei palloni che gli sono sfuggiti dai piedi come calze di vasellina. Ma tant'e', se ancora ci affidiamo alle sue magie sara' perche' nella vita ci sono sempre periodi di vacche grasse e periodi di vacche magre...
I migliori in campo sono stati senza dubbio Cannavaro e Pirlo, il primo grazie alla sua forma fisica ed il secondo semplicemente perche' e' un buon giocatore, di classe e tecnica, che sa cos'e' il giuoco del calcio. Nesta e' stato l'ombra degna di se stesso, degno rappresentante della difesa rossonera, causa di tutti i mali di Ancelotti. Fortunatamente era almeno rientrato Zambrotta. Toni non molto in luce, ma e' comprensibile per uno che, abituato ad aspettare i palloni al limite dell'area, si era dovuto sacrificare tutta la partita correndo a destra e a manca per partecipare almeno un po' al gioco degli azzurrini. Per Gilardino invece, un bel gol e poi piu' niente, devo ammettere che durante il secondo tempo, nella confusione generale, ero convinto non giocasse piu', tanto lunga e' stata la sua assenza dal gioco. Ripeto pero' che al fianco di Toni e' sprecato, lui che e' abituato ad essere il punto d'arrivo delle azioni e non il punto di partenza.
A questo punto la qualificazione, pur essendo primi nel girone, diventa problematica e la partita contro la Repubblica Ceca sono i nostri primi sedicesimi di finale.
Di nuovo l'urlo mundial rimane strozzato in gola, speriamo solo non si trasformi in un rospo da ingoiare amaramente.
URLO MUNDIAL
Thursday, June 15, 2006
Dopo il primo turno
Finalmente tutte le squadre si sono svelate agli occhi del mondo.
Personalmente la squadra che mi è piaciuta di più è stata l'Argentina: per quanto non condivida la scelta di affidarne le redini a Riquelme, devo ammettere che Pekerman ha dato una bella identità alla sua squadra, tutta corsa e verticalizzazioni repentine. Resta da vedere cosa accadrà quando il ct cederà alla pressione popolare che vuole vedere Messi e Tevez in campo.
La Spagna ha impressionato tutti: Aragones si è permesso il lusso di lasciare seduta per tutta la partita gente come Iniesta, Joaquin e Reyes, mentre a Raul e Fabregas sono stati elemosinati pochi minuti: niente da dire, il potenziale a disposizione è di proporzioni pantagrueliche, ma niente mi leva dalla testa l'idea che quando le partite diverranno ad eliminazione diretta la Spagna rimarrà la solita incompiuta.
Francia pessima, l'età media elevata si fa sentire, eccome: chi vedeva in Ribery una ventata di freschezza dovrà convenire che il giovane marsigliese si deve ancora fare.
Il povero Henry si sta ancora chiedendo perchè gli è stato tolto Trezeguet, l'uomo che come pochi altri sapeva aprirgli spazi e concentrare l'attenzione dei difensori avversari.
L'Inghilterra poco meglio, se non altro dal punto di vista dei risultati..ma bisogna vedere fino a quando il suo centrocampo stellare saprà sopperire le carenze del reparto avanzato (Rooney...come stai?)
Molti rimangono delusi dal Brasile, ma se in una partita oscena come quella disputata con la Croazia riescono a trovare quella perla di Kaka, il meglio deve ancora venire.
Mi conforta però notare come la difesa balli la samba per tutti i 90 minuti. In piu' dopo l'estenuante stagione in bianconero Emerson comincia veramente a chiedersi se esista un complotto contro la sua salute psico-fisica.
Olanda abbastanza bene, se qualcuno farà notare a Robben che gioca insieme ad altri 10 persone (9, vero Van Nistelroy??) ci si può anche preoccupare.
Dell'Italia abbiamo già detto abbastanza: aspetto vostre indicazioni dopo il primo giro di boa.
Dopo il primo turno
Wednesday, June 14, 2006
vittima del sistema consumista
"[...] associazione finalizzata alla frode sportiva [...] con l'aggravante per Luciano Moggi, Antonio Giraudo, Innocenzo Mazzini, Paolo Bergamo, Pier Luigi Pairetto, Massimo De Santis di aver promosso, costituito ed organizzato l'associazione". Scritto dai pm della procura di Napoli Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci nell'avviso di conclusione dell'inchiesta notificato ieri a 37 indagati nell'ambito del procedimento sui presunti illeciti nel calcio.
A cosa pensavate che mi riferissi quando parlavo di De Santis nel post del 29 maggio, quando si chiacchierava sul tristemente famoso 5 maggio?
Intanto Del Piero dopo l'ennesima palla persa in allenamento si innervosisce con un ragazzetto under 19 e tratta Lippi come suo padre.
A cosa pensavate che mi riferissi quando parlavo di accanimento terapeutico?
Di piu' aggiungo e ripeto che il trionfalismo dei media italiani mi sembra eccessivo, ma non e' una sorpresa, come non e' una sorpresa il fatto che a qualcuno sia venuta la brillante idea di una amnistia.
Infine mi chiedo: se il rigore, che c'era, per quella squadretta che e' il Ghana, non fosse stato fischiato all'Italia, di quanto vittimismo sarebbero state pregne le pagine dei giornali nostrani?
p.s. basta parlare della Seredova, per pieta', a quella bamboletta da PhotoShop preferisco una qualsiasi tifosa brasiliana X presente sulle tribune tedesche.
Monday, June 12, 2006
URLO MUNDIAL
Italia - Ghana 2 - 0 (guarda che faccia!)
Il catastrofismo con il quale mi apprestavo a guardare l'esordio mondiale si e' lentamente trasformato in cauto ottimismo durante il primo tempo.
L'Italia aveva iniziato bene, con ogni giocatore che faceva le cose per le quali era stato chiamato in causa. I terzini spingevano bene, anche se Grosso e' stato assai deludente: arrivava in fondo solo per il gusto di rovinare il bello costruito e difendeva come una scimmia scoordinata. Meglio Zaccardo, ma pensavo a quanto Panucci fosse frustrato e felice davanti alla tv in qualche villaggio turistico in zone tropicali.
Totti in gran recupero faceva i passaggi di prima per i quali e' famoso e Toni si confermava il campione che e'. Gilardino invece era sprecato nel giocare largo e di nuovo pensavo a Cassano che probabilmente guardava la partita a Bari vecchia con qualche pregiudicato, un panino al salame, una birra fredda e rutto libero.
Gli altri nella media con De Rossi che ancora non capiva a che punto arriva la fisicita' nel giuoco del calcio. Grande comunque era la gioia al gol di Pirlo, incentivato a tirare dalle mie urla mazzoniane mentre si apprestava a scoccare l'1 a 0.
Poi pero' la gioia si e' trasformata in rabbia durante il secondo tempo, considerando anche che contro quest'inguardabile Ghana la difesa aveva sofferto non poco anche nel primo tempo, e se a tirare fosse stato Ronaldinho invece di Pappoe...
La mentalita' italiana e' riemersa prepotentemente attraverso gli ordini di Lippi: ai terzini di non azzardarsi piu' a correre verso la porta avversaria e con il resto della squadra a tuffarsi ad ogni minimo fallo ed a cercare inutilmente di perdere tempo per portare in cascina quel preziosissimo 1 a 0.
Ma cosi' siamo fatti, siamo italiani e ci accontentiamo di poco, tiriamo a campare, non investiamo in ricerca, verniciamo i parafanghi delle Tipo e le spacciamo per modelli nuovi, approssimiamo per eccesso i bilanci e falsifichiamo i passaporti, creiamo cupole di ogni tipo, ci arrangiamo alla bene e meglio e poi diventiamo famosi per la nostra fantasia e spensieratezza. Il tutto per non tribolare e faticare. Ma restiamo dei perdenti.
Ben venga il secondo gol, ma di piu' avremmo dovuto fare: la Repubblica Ceca aveva vinto 3 a 0 e la battaglia per il primo posto nel girone vale una finale. Questa classicissima italietta mascherata da Galacticos contro un Brasile assatanato potra' fare ben poco. Si e' rischiato e si e' vinto, ringraziando dio, ma il rigore c'era e sull'1 a 1 avremmo giocato in dieci contro undici.
Vada per la prima, ma da qui in avanti preferirei non vedere piu' quest'atteggiamento da perdenti nati, le scenate da calcio colombiano e l'isteria tipicamente italiana.
L'ultima considerazione su Del Piero: per la prima volta anziche' rabbia ho provato pieta' per questo povero ex-giocatore, piu' impaurito di un coniglio bagnato e meno fantasioso di un pittore di nature morte. In dieci minuti e' riuscito a perdere 3 palloni ed a fallire un paio di dribbling: numeri da guinnes dei primati. Spero che la compassione di casa Italia ci risparmi altri tristi spettacoli come quello di oggi.
Insomma, per ora, l'urlo mundial rimane strozzato in gola.
URLO MUNDIAL
Il tallone dell'Italia
E' comprensibile un certo livello di autostima. E' anche comprensibile che per amor proprio si alzi la voce di fronte alle critiche.
Ma la spocchia di Del Piero che si paragona ad Achille e' del tutto ingiustificata. Proprio non riesco a capacitarmi di come uno che e' in nazionale a causa di un inutile accanimento terapeutico possa permettersi tali dichiarazioni.
Forse pero' e' proprio cosi', non e' sua la colpa, la colpa e' di coloro che continuano a convocarlo e di coloro che continuano ad accanirsi contro questo povero ragazzo che con il calcio ha ormai poco a che fa fare. Invece di questo accanimento terapeutico avrei decisamente preferito l'eutanasia.
In questi anni molte cose mi sono chiesto, dal giorno del suo infortunio mi sono sempre chiesto chi fossero i suoi garanti: l'adidas, l'uliveto, Moggi, la Juve? Chi e' stato il demiurgo oscuro che ha tenuto i fili di cosi' tanti fallimenti? Spero che un giorno La domanda trovera' una degna risposta, perche' io troppe me ne sono date, ma una certezza su questo disastro nazional-popolare ancora non ce l'ho.
Ti prego non mettere Del Piero.
Ti prego non mettere Del Piero.
Ti prego non mettere Del Piero.
Ti prego non mettere Del Piero.
Ti prego non mettere Del Piero.
Ti prego non mettere Del Piero.
Doh!
Ma la spocchia di Del Piero che si paragona ad Achille e' del tutto ingiustificata. Proprio non riesco a capacitarmi di come uno che e' in nazionale a causa di un inutile accanimento terapeutico possa permettersi tali dichiarazioni.
Forse pero' e' proprio cosi', non e' sua la colpa, la colpa e' di coloro che continuano a convocarlo e di coloro che continuano ad accanirsi contro questo povero ragazzo che con il calcio ha ormai poco a che fa fare. Invece di questo accanimento terapeutico avrei decisamente preferito l'eutanasia.
In questi anni molte cose mi sono chiesto, dal giorno del suo infortunio mi sono sempre chiesto chi fossero i suoi garanti: l'adidas, l'uliveto, Moggi, la Juve? Chi e' stato il demiurgo oscuro che ha tenuto i fili di cosi' tanti fallimenti? Spero che un giorno La domanda trovera' una degna risposta, perche' io troppe me ne sono date, ma una certezza su questo disastro nazional-popolare ancora non ce l'ho.
Ti prego non mettere Del Piero.
Ti prego non mettere Del Piero.
Ti prego non mettere Del Piero.
Ti prego non mettere Del Piero.
Ti prego non mettere Del Piero.
Ti prego non mettere Del Piero.
Doh!
Il tallone dell'Italia
Friday, June 09, 2006
Let the game begin
Oggi finalmente si comincia, se la Germania non vincesse fra un'ora, be', non sarebbe nemmeno degna di ospitarli, i mondiali.
Mi risparmio l'analisi dettagliata di tutti i gironi, faccio solo notare come il girone dei tedeschi sia il piu' abbordabile per i crucchi del calcio giocato. Mettiamoci un'aiutino di un arbitro di qua, l'eccitamento nel giocare in casa di la' e il risultato e' presto fatto. Morale: la Germania almeno ai quarti c'arriva, anche se la squadra e' da serie B, soprattutto il sopravvalutato Ballack, il quale non a caso ha firmato il contratto prima dei mondiali, cavalcando l'onda di popolarita' che l'ha improvvisamente investito.
Per cio' che riguarda l'Italia il mio pessimismo iniziale si e' trasformato in catastrofismo della prima ora. Innanzitutto il girone non e' tra i piu' facili, anzi. Poi la squadra si sta decimando in modo preoccupante all'avvicinarsi dell'esordio mondiale.
Che Totti ce la mandi buona.
Anche perche', vorrei ricordare, se non vinciamo il girone, amici miei, ci tocca il Brasile.
Ripeto: a mio parere quest'anno i brasiliani non vinceranno il mondiale, ma Gilardino contro Ronaldo rimane comunque una missione impossibile.
In Italia intanto sono tutti innocenti, Galliani non si schioda dalla poltrona e ognuno spera nella vittoria mondiale per festeggiare a tarallucci e vino gli inciuci calcistici degli ultimi quindici anni.
Io mi risparmio ogni commento e qualsiasi morale a questo punto e, nell'attesa del 15 luglio (data in cui verrano consegnate le liste delle squadre che parteciperanno alle coppe europee), mi godo i mondiali.
Sperando che siano piu' belli, appassionanti e regolari di quelli del 2002, fermo restando pero' che con Del Piero non si va da nessuna parte, giusto per precisare.
Mi risparmio l'analisi dettagliata di tutti i gironi, faccio solo notare come il girone dei tedeschi sia il piu' abbordabile per i crucchi del calcio giocato. Mettiamoci un'aiutino di un arbitro di qua, l'eccitamento nel giocare in casa di la' e il risultato e' presto fatto. Morale: la Germania almeno ai quarti c'arriva, anche se la squadra e' da serie B, soprattutto il sopravvalutato Ballack, il quale non a caso ha firmato il contratto prima dei mondiali, cavalcando l'onda di popolarita' che l'ha improvvisamente investito.
Per cio' che riguarda l'Italia il mio pessimismo iniziale si e' trasformato in catastrofismo della prima ora. Innanzitutto il girone non e' tra i piu' facili, anzi. Poi la squadra si sta decimando in modo preoccupante all'avvicinarsi dell'esordio mondiale.
Che Totti ce la mandi buona.
Anche perche', vorrei ricordare, se non vinciamo il girone, amici miei, ci tocca il Brasile.
Ripeto: a mio parere quest'anno i brasiliani non vinceranno il mondiale, ma Gilardino contro Ronaldo rimane comunque una missione impossibile.
In Italia intanto sono tutti innocenti, Galliani non si schioda dalla poltrona e ognuno spera nella vittoria mondiale per festeggiare a tarallucci e vino gli inciuci calcistici degli ultimi quindici anni.
Io mi risparmio ogni commento e qualsiasi morale a questo punto e, nell'attesa del 15 luglio (data in cui verrano consegnate le liste delle squadre che parteciperanno alle coppe europee), mi godo i mondiali.
Sperando che siano piu' belli, appassionanti e regolari di quelli del 2002, fermo restando pero' che con Del Piero non si va da nessuna parte, giusto per precisare.
Let the game begin
Viva radio2
In diretta radio:
Fiorello - "Come lo vedi il calcio italiano?"
Schumacher - "Foi ciokate anke??"
Fiorello - "Come lo vedi il calcio italiano?"
Schumacher - "Foi ciokate anke??"
Viva radio2
Tuesday, June 06, 2006
Il mondo capitalistico ai campionati mondiali tifa Italia sperando che una vittoria nella competizione calcistica piu' ambita dia la spinta finale alla ripresa economica che e' ormai alle porte. D'altronde si calcola che una vittoria ai mondiali valga qualcosa come due punti percentuali di pil. Come biasimare i 154 mil investiti da Adidas ed i 77 investiti da Nike?
Altro elemento a favore degli azzurri e' lo sponsor tecnico. La Puma (tedesca) infatti e' lo sponsor tecnico piu' presente ai mondiali, sponsorizzando ben 12 squadre, compresa naturalmente l'Italia. Peccato per l'assenza di Cassano, anch'egli targato dal felino, che fa diminuire l'impatto pubblicitario per la marca tedesca la quale sta quindi meditando di lasciare il fenomeno barese (in procinto di atterrare sul pianeta Nike).
Insomma per la prima partita dell'Italia ci sono tutti i presupposti per un successo commerciale visto che anche il Ghana ha come sponsor tecnico la Puma. Unico inconveniente il fatto che si giochera' nello stadio dell'Hannover '96, ovvero Diadora. Una catastrofe per la casa italiana, se e' vero che il pupillo Totti non potra' prendere parte alla prima battaglia mondiale (come da noi auspicato ed ipotizzato).
Riassumendo:
- Italia 90: Germania (Adidas)
- Usa 94: Brasile (Nike)
- France 98: Francia (Adidas)
- Korea-Japan 02: Brasile (Nike)
Che forse quest'anno vinca l'Argentina o forse e' la volta buona per un outsider?
p.s. per una lucida analisi su Del Piero (targato Adidas e Uliveto) e la nazionale leggere qui.
Sunday, June 04, 2006
Italia uber alles!
Come avrete notato dal titolo, a pochi giorni dall'inizio dei mondiali il blog si rinnova, anche se di poco, puntando dritto alla competizione mondiale.
E' proprio vero, il giuoco del calcio ci appassiona.
Nascera' anche una nuova rubrica Urlo Mundial, curata dal sottoscritto e da chi vorra' rendersi partecipe, sulle partite della nazionale: dopo ogni partita degli azzurrini, o dei celestini come gia' vengono chiamati dopo le opache amichevoli di preparazione, la rubrica analizzera' l'evento attraverso spunti tecnici, tattici e scoop di primo pelo. Si spera, ma si dubita, che abbia vita lunga.
Per ora alcune considerazioni:
- Del Piero e' il solito eterno Godot, uno che non salta l'uomo, come si dice per creare superiorita' numerica, dal '97-'98; Totti e' in condizioni precarie, come si intuiva, e Cassano non e' stato convocato. Risultato: gia' si parla di un ritorno al 4-4-2 ed un lavoro lungo due anni, fatto di cementificazione del gruppo e degli schemi, a detta di Lippi, e' andato in fumo.
- Contro il Ghana, solita squadra africana tutta forza e poco cervello, fossi il c.t. risparmierei Totti. E' un rischio farlo giocare contro assatanati del calcio pronti a rompere caviglie per un pezzetto di gloria in patria, sarebbe rischioso e controproducente allo stesso tempo.
- Dovendo risparmiare Totti, che schema usare? Be', considerato che e' l'unico fantasista in squadra che riesce ancora a correre (ogni riferimento a Del Piero e' puramente casuale e Pirlo, a chi venisse in mente, non e' piu' un fantasista) per la nostra prima apparizione mondiale, mi accontenterei di un pareggio maturato dai cross degli esterni per Toni ed Inzaghi, non il massimo della vita visto che a esterni siamo messi malino anche li'.
- Tutti parlano del Brasile, ma il silenzio di queste ultime settimane riguardo ai geni del calcio e' sospetto. Senza considerare che Hulk Adriano e' riuscito a spezzare una gamba ad Edmilson durante un allenamento, con rissa connessa. Non sembrano in gran forma, ancora una volta dipende tutto da Ronaldo.
- La sorpresa potrebbe essere la Svezia, con giocatori d'esperienza e talenti naturali, sempre se il buon Zlatan non venga preso da schizofrenie acute e improvvise. Da temere l'Inghilterra, forse l'unico vero competitor (come direbbe il buon Galliani) dei verdeoro, se il fenomeno Rooney riuscira' a recuperare in fretta, come sembra.
- Sospetti per la liquidazione totale dell' A.C. Milan. Shevechenko va al Chelsea per imparare l'inglese, in cambio di soli soldi e senza contropartite tecniche (e Gallas e Drogba, non servono?). Kaka', l'altro gioiello (dei due gioielli) rossonero, e' preoccupato dalla partenza del miglior giocatore alla corte del padrino Berlusconi e medita di trasferirsi al Real Madrid. Sembra che Galliani gia' sappia della retrocessione e che tenti di arraffare piu' moneta possibile prima della storica debacle, non vedendosi cosi' costretto in futuro di liberare quei campioni che garantiscono un certo ricavo (fonte esterna segreta e attendibile).
Della serie: che dio ce la mandi buona.
E' proprio vero, il giuoco del calcio ci appassiona.
Nascera' anche una nuova rubrica Urlo Mundial, curata dal sottoscritto e da chi vorra' rendersi partecipe, sulle partite della nazionale: dopo ogni partita degli azzurrini, o dei celestini come gia' vengono chiamati dopo le opache amichevoli di preparazione, la rubrica analizzera' l'evento attraverso spunti tecnici, tattici e scoop di primo pelo. Si spera, ma si dubita, che abbia vita lunga.
Per ora alcune considerazioni:
- Del Piero e' il solito eterno Godot, uno che non salta l'uomo, come si dice per creare superiorita' numerica, dal '97-'98; Totti e' in condizioni precarie, come si intuiva, e Cassano non e' stato convocato. Risultato: gia' si parla di un ritorno al 4-4-2 ed un lavoro lungo due anni, fatto di cementificazione del gruppo e degli schemi, a detta di Lippi, e' andato in fumo.
- Contro il Ghana, solita squadra africana tutta forza e poco cervello, fossi il c.t. risparmierei Totti. E' un rischio farlo giocare contro assatanati del calcio pronti a rompere caviglie per un pezzetto di gloria in patria, sarebbe rischioso e controproducente allo stesso tempo.
- Dovendo risparmiare Totti, che schema usare? Be', considerato che e' l'unico fantasista in squadra che riesce ancora a correre (ogni riferimento a Del Piero e' puramente casuale e Pirlo, a chi venisse in mente, non e' piu' un fantasista) per la nostra prima apparizione mondiale, mi accontenterei di un pareggio maturato dai cross degli esterni per Toni ed Inzaghi, non il massimo della vita visto che a esterni siamo messi malino anche li'.
- Tutti parlano del Brasile, ma il silenzio di queste ultime settimane riguardo ai geni del calcio e' sospetto. Senza considerare che Hulk Adriano e' riuscito a spezzare una gamba ad Edmilson durante un allenamento, con rissa connessa. Non sembrano in gran forma, ancora una volta dipende tutto da Ronaldo.
- La sorpresa potrebbe essere la Svezia, con giocatori d'esperienza e talenti naturali, sempre se il buon Zlatan non venga preso da schizofrenie acute e improvvise. Da temere l'Inghilterra, forse l'unico vero competitor (come direbbe il buon Galliani) dei verdeoro, se il fenomeno Rooney riuscira' a recuperare in fretta, come sembra.
- Sospetti per la liquidazione totale dell' A.C. Milan. Shevechenko va al Chelsea per imparare l'inglese, in cambio di soli soldi e senza contropartite tecniche (e Gallas e Drogba, non servono?). Kaka', l'altro gioiello (dei due gioielli) rossonero, e' preoccupato dalla partenza del miglior giocatore alla corte del padrino Berlusconi e medita di trasferirsi al Real Madrid. Sembra che Galliani gia' sappia della retrocessione e che tenti di arraffare piu' moneta possibile prima della storica debacle, non vedendosi cosi' costretto in futuro di liberare quei campioni che garantiscono un certo ricavo (fonte esterna segreta e attendibile).
Della serie: che dio ce la mandi buona.
Italia uber alles!
Friday, June 02, 2006
"ESISTEVA SOLO IL SISTEMA JUVE"
Toffoloni(Udinese)«Ma va a cagare, se ci fai il culo ti spacco le gambe, bastardo». E poi allude all’accordo invernale per il passaggio di Jankulovski al Milan, lasciando immaginare ai magistrati la presenza di un patto scellerato. «Ma va a cagare - insiste monotono - È già tutto a posto vi do un altro giocatore dai». Meani chiude con un secco «sì» che secondo la Procura confermerebbe la combine.
Il materiale a disposizione degli inquirenti è sempre più interessante, ma Galliani, oltre a rimanere saldamente al comando della Lega dopo lo scandalo più grande che il calcio italiano abbia mai subito, continua ad elargire dichiarazioni come quella citata nel titolo del mio post, quando non è impegnato a reclamare 2 scudetti...la vicinanza con Berlusconi gl'ha fatto proprio bene...
Il materiale a disposizione degli inquirenti è sempre più interessante, ma Galliani, oltre a rimanere saldamente al comando della Lega dopo lo scandalo più grande che il calcio italiano abbia mai subito, continua ad elargire dichiarazioni come quella citata nel titolo del mio post, quando non è impegnato a reclamare 2 scudetti...la vicinanza con Berlusconi gl'ha fatto proprio bene...
"ESISTEVA SOLO IL SISTEMA JUVE"
A history of violence
Dopo alcune delusioni cinematorafiche (leggi Crash, non il suo di Cronenberg, ma l'ultimo anonimo omonimo) finalmente un film che val bene un post.
A history of violence, checche' ne dicano gli esperti critici che esaltano l'introspezione antropologica del regista, e' un western vero e proprio e a me, amante di Sergio Leone, non poteva che sorprendere positivamente.
Tipico dei western, il film finisce cosi' come era iniziato: la vita normale di un quasi sconosciuto viene disturbata da eventi straordinari e violenti, e attraverso un climax di violenza inaudita, il nostro last man standing alla Clint Eastwood in The outlaw Josey Wales riesce a guadagnarsi la liberta' che aveva temporaneamente riposto in un cassetto a causa di un regolamento di conti e di una vendetta dovuta.
Tipico dei western e' anche il protagonista, dal volto segnato come un cowboy e silenzioso nei modi come un saggio cherokee (Viggo Mortensen), tra l'altro il regista stesso non si risparmia in primi piani: come non ricordare in questo senso il buon Charles Bronson, in arte Harmonica?
Emozionante l'inizio, in cui l'estrema violenza di due sconosciuti assassini viene traumaticamente affiancata alla perfezione di una cittadina figlia del sogno americano, una cittadina talmente perfetta che ricorda Happy days, completa di bulli adolescenti con giacche da college che passano il tempo a sbeffeggiare innocenti giovincelli coi riccioli rossi alla Ricky Cunningham.
La storia vera e propria inizia quando il male estremo dei due assassini di passaggio, capaci di uccidere anche una bambina, incontrano la perfezione della tranquilla cittadina e nel film si intrecciano piu' generi, dal noir al thriller passando per il drammatico e, naturalmente, il western.
Naturalmente alla fine giustizia sara' fatta e il sogno americano sara' risparmiato, l'eroe solitario riuscira' a sopraffare il male e finalmente tutti vivranno felici e contenti, nell'indifferenza generale.
Della serie: da qualche anno a questa parte il cinema americano ha ritrovato la sua verve spocchiosa e un po' autoritaria, ma che tanto ci mancava e che consideriamo ormai classica.
Guardatelo, e ditemi se sbaglio, molto di piu' ci sarebbe da dire, ma di piu' non si deve rivelare.
A history of violence, checche' ne dicano gli esperti critici che esaltano l'introspezione antropologica del regista, e' un western vero e proprio e a me, amante di Sergio Leone, non poteva che sorprendere positivamente.
Tipico dei western, il film finisce cosi' come era iniziato: la vita normale di un quasi sconosciuto viene disturbata da eventi straordinari e violenti, e attraverso un climax di violenza inaudita, il nostro last man standing alla Clint Eastwood in The outlaw Josey Wales riesce a guadagnarsi la liberta' che aveva temporaneamente riposto in un cassetto a causa di un regolamento di conti e di una vendetta dovuta.
Tipico dei western e' anche il protagonista, dal volto segnato come un cowboy e silenzioso nei modi come un saggio cherokee (Viggo Mortensen), tra l'altro il regista stesso non si risparmia in primi piani: come non ricordare in questo senso il buon Charles Bronson, in arte Harmonica?
Emozionante l'inizio, in cui l'estrema violenza di due sconosciuti assassini viene traumaticamente affiancata alla perfezione di una cittadina figlia del sogno americano, una cittadina talmente perfetta che ricorda Happy days, completa di bulli adolescenti con giacche da college che passano il tempo a sbeffeggiare innocenti giovincelli coi riccioli rossi alla Ricky Cunningham.
La storia vera e propria inizia quando il male estremo dei due assassini di passaggio, capaci di uccidere anche una bambina, incontrano la perfezione della tranquilla cittadina e nel film si intrecciano piu' generi, dal noir al thriller passando per il drammatico e, naturalmente, il western.
Naturalmente alla fine giustizia sara' fatta e il sogno americano sara' risparmiato, l'eroe solitario riuscira' a sopraffare il male e finalmente tutti vivranno felici e contenti, nell'indifferenza generale.
Della serie: da qualche anno a questa parte il cinema americano ha ritrovato la sua verve spocchiosa e un po' autoritaria, ma che tanto ci mancava e che consideriamo ormai classica.
Guardatelo, e ditemi se sbaglio, molto di piu' ci sarebbe da dire, ma di piu' non si deve rivelare.
A history of violence
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