Sunday, June 18, 2006

URLO MUNDIAL

Dopo 45 min di illusione i Galacticos celebrati come dei in terra dai giornali e tv italiani sono riemersi dal limbo fantastico di chi gia' credeva di avere la coppa del mondo tra le mani. Poco male perche' comunque siamo almeno stati capaci di agguantare un pareggio alquanto insperato (visto come si era messa la partita) contro una squadra che nel ranking Fifa galleggia ben 8 posizioni prima di noi.

Il buon De Rossi raccoglie cio' che aveva seminato all'esordio e, cosi' come Totti si e' capacitato di cosa e' un giocatore di calcio solo alla soglia dei trent'anni e con un figlio a carico, cosi' forse De Rossi tra un decennio o giu' di li, nei capionati del mondo di Santo Domingo riuscira' a non rimediare alcun cartellino rosso e a giocare con i piedi anziche' con i gomiti.

Il gruppo dei miracoli che avevamo visto all'esordio, sempre secondo i media italiani, quelli che erano l'orgoglio del riscatto del calcio italiano si sono sciolti di certo non di fronte ad una squadra che punta a vincere i mondiali e il risultato sotto questa luce diventa ancora piu' preoccupante. D'altronde preferendo Zaccardo a Panucci, il nostro Lippi e' riuscito a completare un capolavoro che senza la convocazione di Cassano sarebbe rimasto incompiuto e che invece con la sostituzione di Toni con Iaquinta e' divenuto capolavoro tra i capolavori.

In fondo, cosa dovremmo aspettarci da uno che ha vinto nella Juve con l'ombra del doping prima e con quella della corruzione poi, da uno che nell'unica esperienza estranea al mondo bianconero (vedi Inter) e' riuscito solo a sproloquiare in mondovisione, da uno che veniva sbeffeggiato per la sua incompetenza dai suoi stessi dirigenti, da uno che affronta un mondiale con un figlio indagato per associazione a delinquere, che convoca i giocatori agli ordini di agenzie di collocamento ed eventualmente a seconda della propria simpatia, insomma, da uno cosi', ci potevamo aspettare un cambio Toni-Inzaghi o almeno una certa padronanza di campo quando giocavamo in dieci contro nove? Forse chiedo troppo.

Per fortuna pero' abbiamo visto un Del Piero in gran spolvero che, spogliatosi della maschera di eterno Godot, e' riuscito, udite udite, a tirare un paio di volte in porta, rendendosi almeno pericoloso (per carita', il gol e' un altro discorso). Anche se personalmente a quei due tiri avrei preferito che non sbagliasse gli altri tre-quattro passaggi e non perdesse, come ha fatto, quei cinque o sei palloni che gli sono sfuggiti dai piedi come calze di vasellina. Ma tant'e', se ancora ci affidiamo alle sue magie sara' perche' nella vita ci sono sempre periodi di vacche grasse e periodi di vacche magre...

I migliori in campo sono stati senza dubbio Cannavaro e Pirlo, il primo grazie alla sua forma fisica ed il secondo semplicemente perche' e' un buon giocatore, di classe e tecnica, che sa cos'e' il giuoco del calcio. Nesta e' stato l'ombra degna di se stesso, degno rappresentante della difesa rossonera, causa di tutti i mali di Ancelotti. Fortunatamente era almeno rientrato Zambrotta. Toni non molto in luce, ma e' comprensibile per uno che, abituato ad aspettare i palloni al limite dell'area, si era dovuto sacrificare tutta la partita correndo a destra e a manca per partecipare almeno un po' al gioco degli azzurrini. Per Gilardino invece, un bel gol e poi piu' niente, devo ammettere che durante il secondo tempo, nella confusione generale, ero convinto non giocasse piu', tanto lunga e' stata la sua assenza dal gioco. Ripeto pero' che al fianco di Toni e' sprecato, lui che e' abituato ad essere il punto d'arrivo delle azioni e non il punto di partenza.

A questo punto la qualificazione, pur essendo primi nel girone, diventa problematica e la partita contro la Repubblica Ceca sono i nostri primi sedicesimi di finale.

Di nuovo l'urlo mundial rimane strozzato in gola, speriamo solo non si trasformi in un rospo da ingoiare amaramente.

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