Wednesday, September 03, 2008
Not about me, about YOU
Alla convention dei democratici svoltasi a Denver, in uno stadio pieno come in Italia avviene solo per il derby della madonnina ed i concerti di Vasco Rossi, Barack Obama ha accettato tra applausi e cartelli, la candidatura a prossimo Commander in Chief.
I comizi principali durante tale convention sono stati quelli di Bill Clinton e, naturalmente, Obama, senza poi contare l'apparizione del morente Ted Kennedy. Di nuovo, non è purtroppo possibile analizzare qui, la miriade di questioni mediatiche sia formali che di contenuto rivelate dalla convention, per cui ci limitiamo ad alcune brevi considerazioni:
1- I politici americani, anche i democratici, hanno imparato la lezione di scienziati come Lakoff, i quali hanno sempre consigliato (consapevoli della validità delle loro ricerche scientifiche) di esprimere e ripetere ad ogni discorso delle espressioni che facciano da cornice a concetti più ampi, in modo da far sorgere spontaneamente nell'ascoltatore date opinioni. E' così che Clinton ed Obama parlano spesso di cambiamento e, ad esempio, urlano ai quattro venti che taglieranno le tasse. Le taglieranno naturalmente al 95% degli americani e non, come hanno fatto i repubblicani, alle minoranze più ricche. Esattamente quello che voleva fare la sinistra in Italia, ma che miseramente non è riuscita a comunicare ai cittadini, annaspando addirittura nel ridicolo con la perfida uscita di Padoa Schioppa sulla bellezza delle tasse.
In altre parole, non basta copiare i cartelli di Obama, scriverci sopra lo stesso slogan e dipingerli di verde per trasmettere il senso della speranza, come ha fatto Veltroni durante la campagna elettorale del 2008, poichè i meccanismi sono molto più complessi e richiedono di conseguenza elaborazioni più all'avanguardia di una mera imitazione maccheronica di un modello vincente.
2- Bill Clinton, il cui discorso consiglio di ascoltare per capire cosa significa essere un politico, ad un certo punto ha affermato: "La gente nel mondo è sempre rimasta colpita positivamente dalla potenza del nostro esempio, non dall'esempio della nostra potenza!".
In questo caso colpisce il parallelo con un frame diverso, ma che trasmette gli stessi valori. Ovvero ciò che disse J.F.Kennedy, quando affermò che gli Stati Uniti avevano deciso di andare sulla luna, non perchè fosse facile, ma per dare l'esempio del fare anche e soprattutto ciò che è difficile. Infatti, come aveva poco prima affermato Clinton, per essere forti fuori, bisogna prima essere forti a casa.
In pratica l'America si vuole candidare di nuovo ad esempio positivo nel mondo, ad esempio di speranza e felicità e sono questi i valori incorniciati in frasi ripetute più volte, che i leader del partito democratico vogliono trasmettere agli elettori, naturalmente, a differenza di quelli italiani, riuscendoci e volendoli applicare veramente.
3- Barack Obama, dal canto suo, verso la fine del suo discorso ha affermato con immensa umiltà: "Qualcosa è cambiato (...) quello che loro [i repubblicani] non hanno ancora capito è che queste elezioni non riguardano me, riguardano Voi!"
Di nuovo il parallelo con J.F.Kennedy è schiacciante e si riferisce al discorso nel quale il presidente più famoso degli States affermò che gli americani non dovevano chiedersi cosa l'America potesse fare per loro, bensì cosa potessero fare loro per l'America.
Infatti in molti, a dire il vero più in Italia, sono indaffarati a dibattere sul colore della pelle di Obama, ma nessuno che si chieda perchè proprio lui sia il candidato democratico alla casa bianca. Non è Barack Obama che convince gli americani, sono gli americani i veri protagonisti che scelgono di cambiar pagina, Obama altro non è che il risultato di una cultura di cambiamento che si sta affermando oggi negli Stati Uniti (almeno nel versante democratico). Egli non è al suo posto perchè è il leader del terzo millennio, l'unto dal signore, è lì perchè è stato scelto dagli americani, è stato scelto dai milioni di persone che hanno votato per lui durante le primarie ed è lì non perchè si trovava in cima alla lista elettorale stilata da una segreteria di partito, ma perchè è il candidato che gli americani hanno scelto per la corsa alla carica di presidenza.
Di nuovo, il paragone con l'Italia e le finte primarie di Veltroni, è decisamente schiacciante.
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