Tuesday, September 09, 2008
Santi subito
Seppur in grottesco ritardo, bisogna fare una capatina alla convention repubblicana in cui l'ha fatta da padrona l'ormai leggendaria Sarah Palin, candidata a vice nel caso in cui il nuovo presidente degli Usa fosse il celebre mascellone ex-Rambo John McCain.
In effetti nei discorsi repubblicani altro non è stato fatto che mostrare i muscoli, in modo da generare, attraverso i valori più largamente condivisi dal popolo americano, sicurezza e tranquillità. Così, tra sogghigni sinistri e applausi poco spontanei che scoppiavano con catastrofico ritardo in un tempismo almeno sospetto, la famiglia, la patria ed infine la paura dell'altro, sono stati i protagonisti della destra americana, che si è inesorabilmente confermata cassa di risonanza della pancia degli americani più ignoranti, benchè siano essi in questo caso rappresentati dall'elite del paese. Contraddizione che rispecchia le stesse dinamiche italiane in cui la classe dirigente e soprattutto ricca del paese (mi riferisco naturalmente a Berlusconi & Co.) riesce ad accaparrarsi tragicamente i voti delle classi più povere, in una rincorsa fantozziana del mito inarrivabile (per i poveri cristi, ovvero la maggior parte degli italiani) del Porsche Cayenne o della vacanza a Porto Cervo (Briatore docet).
Il discorso della Palin, poco più di mezz'ora (un quarto d'ora al netto degli applausi, che tra l'altro scaturivano ad ogni frase compiuta composta da soggetto, verbo e predicato verbale) è stato così suddiviso, in tre parti da dieci minuti ciascuna:
1- Prima parte in cui è stato sciorinato l'elenco degli innumerevoli membri della sua famiglia, incluso un bamboccino che ha messo incinta la figlia non ancora maggiorenne ed un infante affetto da sindrome di down, spupazzato di qua e di là per palesi motivi pubblicitari. In quest'ultimo caso, anzichè accodarci all'ipocrisia benpensante di chi l'ha per questo criticata (ovvero per aver approfittato dell'essere disabile del figlio per creare pietismo ed empatia da voto), vorremmo invitare a riflettere su questa semplice eventualità: se il bebè non fosse stato affetto da alcuna sindrome, non sarebbe stato spupazzato qua e là lo stesso? E allora, non sarebbe stato grave lo stesso (dando per scontato naturalmente che sia stato grave, eventualità non del tutto sottoscrivibile)?
2- Seconda parte in cui alcune caratteristiche di politiche pubbliche sono state elencate, dall'autarchia energetica che passa per il nucleare e gli oleodotti, al taglio delle tasse, senza tralasciare di ricordare che l'integrità individuale è cruciale nel governare un paese. Aggiungendo infine che la burocrazia deve essere arginata in modo da risparmiare preziosissime risorse pubbliche, dimenticandosi però di fare menzione dello smisurato allargamento della burocrazia stessa ad opera repubblicana.
3- Ultima parte in cui ha meschinamente elogiato il senatore John McCain per i meriti acquisiti in Vietnam, facendo mutare la sciagura del suo imprigionamento in orgoglio nazionale e conseguente capacità acquisita di governare con abilità nel caso fosse eletto. Naturalmente il tutto condito dall'enfasi posta sulle minacce esterne agli Usa, inclusa la rediviva e sempre trendy Alquaeda.
Insomma, cose già viste, ma che hanno già decretato il sorpasso di McCain su Obama, nonostante lo strabismo della Palin, anzichè renderla affascinante, la fa sembrare un po' dumb.
Ma ricordiamocelo bene: meglio essere un po' scemi che negri.
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