Monday, September 01, 2008
Buona la prima
Purtroppo o per fortuna è ricominciato il campionato di calcio e grazie alla personale rinvigorita passione per lo sport più seguito del mondo, dovuta soprattutto alla partecipazione del sottoscritto al fantacalcio dopo anni di esilio di forzato, riapre anche il blog, convalescente dagli affanni dell'ultimo mese.
Naturalmente la prima di campionato ha offerto quasi tutti i topoi riguardanti sia le partite che le dinamiche socio-culturali che girano intorno al circo calcistico, ne propongo due o tre per limiti di spazio, in ordine d'importanza (l'importanza è naturalmente una caratteristica i cui valori sono stabiliti in modo soggettivo e per niente scientifico da chi scrive ammonendo però i lettori a ricordare che spesso i post hanno anticipato ben più auterevoli opinioni. Non ultimi i commenti del post precedente riguardo ai premi degli olimpionici e le relative discussioni):
1- L'assalto dei tifosi del Napoli ad una carovana diretta a Roma. Naturalmente si sono sentiti commenti di ogni tipo (addirittura il presidente del Napoli si è schierato dalla parte dei tifosi, siamo già alla farsa dopo appena 90 miseri minuti) tranne qualcuno che dicesse che nessuna legge o leggina tra le tante della nostra scassata democrazia prevede lo status di tifoso con conseguente arrogazione di diritti di ogni tipo. Ebbene è facile sentenziare che il treno per Roma sarebbe dovuto restare a Napoli anzichè essere letteralmente sequestrato da gente che probabilmente non sa nè leggere nè scrivere (devo purtroppo dire che la cultura prettamente napoletana del 'pretendere' in questo caso è un'aggravante di non poco conto) e che, per di più, qualsiasi fosse stato il numero degli esaltati essi dovrebbero essere accusati del reato di terrorismo eversivo e trattati alla stregua di brigatisti o mafiosi.
2- Il gol doccia fredda dell'esordiente, contro una grande, fuori casa, che regala la vittoria alla neo-promossa. C'è di tutto nel magnifico gol-partita segnato da Valiani di fronte a Ronaldinho e compagni, talmente tanto da far sorgere il sospetto che tutto sia andato secondo i piani astrali dei luoghi comuni calcistici. Tant'è che il gol è figlio allo stesso tempo del caso e della sapienza: nel primo caso essendo il gol frutto del classico tiro della domenica e sapiente nel secondo caso poichè è stato fortemente cercato dal giocatore, cosciente di riuscire a tirar fuori il coniglio dal cilindro grazie al rimbalzo amichevole fatto dal pallone poco prima che il tiro venisse scoccato.
3- La mania di protagonismo di Massimo Moratti. Da una parte l'allenatore che chiede Quaresma e dall'altra il presidente buono che, con animo come al solito pio e altruista, tra un 'credo che' ed un 'mi pare', riesce a smentire quasi in contemporanea le richieste del proprio impiegato, coprendosi inesorabilmente di ridicolo nel pur apprezzabile tentativo di rendersi protagonista. Se Mancini riusciva a non curarsi delle imbarazzanti uscite pubbliche del suo presidente e a rispondere con un gioco spettacolo che lo hanno inesorabilmente condannato al licenziamento, speriamo per Mourinho e gli appassionati nerazzurri che il nuovo allenatore non sia da meno.
Comunque, a parte i luoghi comuni, due parole bisognerà pur spenderle per il solito Milan ipergalattico che, da qualche anno a questa parte, grazie ad una Champions caduta dal cielo a ciclo strafinito, ha messo da parte la programmazione e tira a campare con collezioni di figurine e, soprattutto, la pazienza incomprensibile di Ancelotti il quale, simbolicamente, in barba a tutte le direttive Uefa e agli ordini buonisti dei dirigenti del calcio mondiale, a cinque minuti della fine si è acceso una bella Marlboro Light in panchina, straziato dall'inaspettato due a uno di controbalzo. Non l'avevamo visto in condizioni simili almeno dalla finale di Champions, quando ancora sul tre a due sospettava il pareggio e masticava a velocità disumana una molto meno artistica cingomma.
Evidentemente il buon Carletto è consapevole che, nonostante Ronaldinho (con una pancia imbarazzante, ma sempre decisivo), sarà impossibile amalgamare tutti quegli attaccanti che gli hanno sbattuto in faccia solo per fare pubblicità: Ronaldinho, appunto, poi il cane bastonato Shevchenko, Pato, Kakà, Borriello e Inzaghi, tutti potenziali titolari. Senza dimenticare Seedorf.
Niente di male, se non che questi attaccanti sono stati presi a discapito di portieri, difensori e centrocampisti, condannando l'allenatore più longevo (in termini di permanenza in panchina) della serie A ad invenzioni fantasiose, ma certamente poco utili. Tant'è che lo scheletro della squadra è ad oggi costituito da veterani ormai poco affidabili: Abbiati - Maldini - Ambrosini (nonostante tutto uno dei migliori in campo) - Inzaghi.
Senza contare infine il modulo che l'allenatore sarà costretto ad usare, ovvero un improbabile 4-2-3-1, praticamente con quattro attaccanti. Modulo affascinante, bisogna ammetterlo, ma decisamente mollo, soprattutto quando gli esterni che in teoria si dovrebbero sacrificare per coprire un po' di più si chiamano Ronaldinho e Shevchenko, non proprio famosi per la loro capacità di rientro.
E' ovvio che oggi nessuna squadra al mondo si può permettere solo due centrocampisti che facciano da incontristi e quindi l'unica soluzione che rimane ad Ancelotti è quella di lasciare in tribuna ogni domenica tre dei favolosi attaccanti che gli sono stati messi a disposizione e tornare ad un modulo più umano oppure soccombere anche a squadre meno forti, come il Bologna.
E questo è quanto.
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