Monday, October 22, 2007

W i Masters'




L'argomento università italiana mi stuzzica sempre di più e da tempo medito di scriverci su un bel trattatello. Avevo già cominciato qui recentemente, ma oggi un signore ha inviato una lettera ad un forum che mi ha anticipato e della quale condivido ogni singola sillaba (come non condividere visto che elenca dei fatti semplici piuttosto che opinabili sue opinioni).

La breve lettera inizia così:

"
Uno dei fenomeni più bizzarri che sta colpendo l'Italia è la febbre da master: ogni anno ne sbucano sempre di nuovi, hanno tutti nomi ammiccanti, e promettono offerte di lavoro a raffica per chi li frequenta. Naturalmente in questo non c'è nulla di male, se non fosse che questi corsi non hanno nulla dei Master's Degree americani o inglesi che tanto vorrebbero imitare. Sono bensì una loro scimmiottatura tutta italiana, una sorta di spaghetti - master."

Qui trovate il seguito.

Aggiungo che, per quel che ne so io, in Spagna la pensano più o meno come noi, in Francia hanno i loro nomi -naturalmente- mentre nel Nord Europa seguono il modello anglosassone. Una cosa è certa: solo l'università italiana ha così pochi sbocchi nel mercato del lavoro, ma forse la colpa è più del mercato del lavoro che dell'università, per quanto ciò possa essere possibile. Di sicuro per il mercato globale l'università italiana è quella che prepara meno in Europa.

Una conseguenza generale possiamo però trarre: ogni nazione ha un proprio sistema dato da una miriade di variabili (ad es. mercato del lavoro, università, economia, cultura ecc...) e la standardizzazione secondo dettami Europei delle diverse burocrazie è lungi dall'essere in posta in atto.

Non sarà che un sistema comune (di qualsivoglia parte dello stato) per tutte le nazioni europee, ognuna così diversa dalle altre, non potrà mai funzionare proprio a causa di queste diversità?


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