Saturday, April 26, 2008

25 aprile



Che dire, ogni volta che Beppe Grillo ne organizza una, si sprecano le analisi di geni della comunicazione e di cotanti opinionisti che, con la verità in saccoccia, sorvolano il fenomeno dall'alto solo attraverso denigrazioni e arrampicate sugli specchi. Se anche alcune delle critiche che vengono rivolte faziosamente al comico ed al grillismo in generale fossero legittime, articoli come questo altro non fanno che rafforzare le tesi del capelluto genovese il quale, spesso, urla con soddisfazione: "Non c'avete capito un cazzo!".

Stavolta addirittura, nell'articolo sopracitato, nel tentativo di dare una spiegazione plausibile alla piazza di Torino, si ipotizza la relazione unilateralmente pedagogica tra comico e spettatore, in un'ardita analisi socio-politica che, più che dimostrare l'ovvio, probabilmente dimentica l'importanza della satira e della comicità nella cultura di un popolo, credendo di denigrare un'opinione solo perchè solllecita delle risate.

Ne consegue che, nell'articolo, Totò è maestro nel dipingere a suo modo la ridicolezza delle campagne elettorali con il suo "Vota Antonio" mentre Beppe Grillo, che parla di cose serie pur rimanendo un comico, altro non è che l'ennesima carnevalata all'italiana.

Non so se ci avete fatto caso, ma di questa carnevalata ieri si è parlato molto di più di quanto si fosse fatto dopo la prima (il primo V-Day, con i media totalmente assenti), i media l'hanno seguita molto più attentamente e con interesse e, in particolare durante la campagna elettorale, molte delle idee derivanti da queste carnevalate erano state fatte proprie dai leader politici in lotta per il potere.

Alla fine quello che è riuscito ad intercettare la carnevalata e anzi a cavalcarla è stato proprio Berlusconi, quello che fa il gesto del mitra alla giornalista russa in presenza di Putin e che controlla sei canali televisivi su sette (di cui uno illegalmente ancora in onda) e la maggior parte dei giornali in edicola (attraverso una casa editrice che fu acquisita grazie alla corruzione di un giudice).

Insomma alla fine sembra che la carnevalata ed i coriandoli siamo proprio noi italiani, nonostante ciò, nell'articolo, nemmeno una riga sulle proposte avanzate da questi mascherati della democrazia. Come al solito, guardate il dito e non la luna.

Non è che per caso, invece, abbia ragione proprio Beppe Grillo?

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