Thursday, April 24, 2008
Informazione
Il post di oggi doveva riferirsi alla bellezza del calcio spensierato, rappresentato dagli Eto'o e Rooney di ieri i quali, noncuranti dei risvolti negativi che la loro pettinatura avrebbe subito nel caso si fossero dati troppo da fare, si erano lasciati trascinare dall'agonismo di una partita importantissima e per questo esaltante.
Il primo aveva eroicamente rinunciato a lasciarsi cadere in area di rigore dopo un nettissimo fallo subìto a causa di un takle del sempre poco intelligente difensore inglese (e per difensore inglese intendiamo non un individuo particolare bensì una tipologia di individuo), il quale nell'indecisione amletica sul da farsi aveva optato in extremis sulla soluzione disperata del fallo da dietro. Data l'incertezza realizzativa derivante dall'azione che si sviluppava sul lato destro dell'area di rigore, in posizione decisamente defilata, non ci spieghiamo il motivo di tanta audacia nel rischiare a rimanere in piedi, se non in un estremo fair play (che a mio parere spesso supera l'imbecillità e che spesso non è fair play bensì inutile machismo -ne è riprova la sempre più rattoppata capoccia di Cech che si è beccato 17 punti di sutura sul mento in allenamento, grazie ad un'entrata sconsiderata di un suo compagno di squadra. Quando si dice, il professionismo...) oppure nella spensieratezza menefreghista tipicamente africana.
Il secondo, invece, aveva dato prova della classica abnegazione, alla quale, anzichè appicicare il significato comune di sacrificio più spesso usato dagli ignorantissimi telecronisti (con Caressa in prima linea), vorremmo riportare al suo significato primordiale, ovvero quello di negazione di sè. Infatti anzichè mostrare al mondo intero le sue doti di attaccante puro, era costretto a fare il terzino agli ordini di Sir Ferguson il quale, dopo decenni indiscussi di dominio a Manchester, lo vedremmo a fagiolo in una di quelle orgie che un certo Mosley frequenta assiduamente. Insomma, Rooney giocatore-soldatino, soprannome che non a caso era stato appioppato al nostro Di Livio, ma che poco si addice a questo giovanissimo fenomeno, nonostante ciò felice come al solito, anzichè pronto a mugugnare come di solito fanno i nostri campioncini alla Del Piero.
Chiudiamo questa parentesi socio-calcistica per dedicarci al vero argomento del giorno, divenuto tale grazie alla folgorazione avuta nel leggere un articolo, rilanciato dai maggiori quotidiani nazionali incazzati come non mai per il vaffanculo-day contro l'informazione, dell'indecente Belpietro, , giornalista di qualità decisamente dubbie, ma che spesso imperversa anche in tv e soprattutto in programmi di, diciamo così, sinistra, per essere brevi. Programmi ai quali partecipa per dimostrare la sua finta obiettività e ai quali viene invitato per poter essere sbandierato (a sua insaputa) come rappresentante della stupidità della destra italiana.
Ebbene nell'articolo sopracitato, egli lancia uno di quegli scooppettini da acqua calda nel quale ricorda come gli introiti di Beppe Grillo (peraltro tutti dichiarati) siano raddoppiati da quando lo stesso ha aperto il suo blog, divenendo, per merito suo e non di altri, tra i dieci blog più cliccati al mondo. Naturalmente questo altro non è che un tentativo maldestro di delegittimare il lavoro del comico (tutt'ora tale, cioè comico) genovese.
Allo stesso modo noi, anzichè prendere come sempre le difese del povero (si fa per dire) Grillo vorremmo ribattere portando alla luce quest'altro sensazionale scoop che riguarda Silvio Berlusconi.
Ricordiamo infatti che questi, al momento della discesa in campo, era sull'orlo del fallimento e coperto dai debiti con le banche all'uscio per riscuotere ciò che aspettava loro. Insomma era decisamente disperato e naturalmente il solo Mangano non poteva certo risollevarlo.
Oggi invece, pur non avendo alcun blog, ma aiutato in particolare dalle leggi che i suoi avvocati e picciotti sono riusciti ad inventarsi (ricordiamo ad es. la legge Gasparri), è costantemente citato da Forbes come uno dei più ricchi del pianeta.
E oggi come ieri, lo votano pure gli operai. Ecco perchè anzichè combattere l'ignoranza, le sue tv la incentivano costantemente.
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