Thursday, November 15, 2007

Ich bin ein populisten

E ne son fiero

E' notizia recente il fatto che Beppe Grillo a colpi di populismo e demagogia abbia colpito ancora, stavolta all'europarlamento di Strasburgo, accompagnato da uno dei tanti magistrati che, affamati di popolarità (raggiunta appunto attraverso il populismo, è chiaro), le trovano tutte pur di farsi vedere o ascoltare.

Ebbene, più che il fatto in sè, leggendo l'articolo, mi sono sobbalzati agli occhi un paio di nomi tra quelli dei deputati italiani all'europarlamento che hanno assistito all'esilarante teatrino messo in atto dal comico genovese.

Due dei quali sono probabilmente familiari a molti: Vittorio Prodi e Romano La Russa, per par condicio come si suol dire.

Il primo è fratello del più famoso Romano, mentre il secondo è fratello del famosissimo Ignazio, figlio di Antonio, senatore del Movimento Sociale Italiano.

Per carità, niente di eccessivamente scandaloso (oddio...), soprattutto se si pensa che in Italia la famiglia viene prima di tutto. Certo però che queste coincidenze frequenti nel mondo politico e non solo, frutto della nostra bigotta cultura, cominciano a rompere i coglioni, in modo generico.

Insomma, il populismo dà fastidio solo a chi è contro il popolo e non è una sorpresa che oggi chi comanda in Italia ne sia profondamente disturbato. Se la politica fosse dei e per i cittadini, che bisogno ci sarebbe di condannare il populismo? La parola populismo è la solita trovata pseudo-intellettuale che legittima le decisioni super-imposte (spesso in palese conflitto con gli interessi generali) in modo da renderle inattaccabili dalla marmaglia che le contesta.

In conclusione, meglio populisti che magnaccia.

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