Tuesday, April 27, 2010

Lettera ad un tifoso



Caro tifoso,

questa breve solo perchè sto combattendo (mi sembra da solo) una mia personale battaglia contro il revisionismo storico che oggi, in politica come nel calcio, sembra stia facendo proseliti ovunque.

Riguardo allo scudetto del 2006, posto il fatto che vada tolto all'Inter (cosa non giusta visto che, relativamente ai fatti, non andrebbe tolto, semplicemente) mi chiedo e ti chiedo perchè non pretendiate tutti che quello scudetto venga assegnato al Chievo. Poi mi chiedo e ti chiedo se veramente credi che le telefonate che faceva Facchetti avevano gli stessi contenuti di quelle che faceva Moggi (qui, allo stesso modo, basterebbe ascoltarle, le telefonate, per capire che non è così).

Sai, tifoso, il giudizio è un processo intellettivo espresso attraverso un linguaggio che deriva dall'elaborazione mentale di stimoli esterni (i fatti) secondo delle variabili valoriali. Se i fatti presi in considerazione sono diversi, nonostante l'uniformità dei valori presi in considerazione, necessariamente anche i giudizi finali saranno poi diversi. D'altra parte, se i fatti presi in considerazione sono gli stessi, allora in base a dei valori condivisi i giudizi su quei fatti saranno necessariamente gli stessi. Quindi, nel nostro caso, il fatto è di fondamentale importanza poichè diamo per scontato che i valori condivisi siano gli stessi: in particolare mi riferisco all'onestà sportiva.

Facciamo un esempio: considerando l'onestà come aggettivo che indica lealtà sportiva e posto che tutti siamo d'accordo sul valore positivo di tale aggettivo, possiamo affermare che la conoscenza delle telefonate tra Facchetti e Bergamo o tra Moggi e Bergamo ci dimostrerà che Moggi era disonesto e Facchetti onesto. Ciò è dimostrato dal contenuto delle telefonate (il fatto) attraverso il quale si scopre che Moggi si rivolgeva ai designatori ordinando il da farsi, mentre Facchetti più semplicemente si limitava ad ascoltare le opinioni degli interlocutori (questo fatto è anche corroborato da quello che poi accadeva in campo).

In pratica, detto in soldoni, non bisogna lasciarsi andare a giudizi fideistici (in altre parole da tifoso) basati magari sulla lettura poco attenta di quotidiani quali la Gazzetta dello Sport o altri (fonti notoriamente poco attendibili). Tutt'altro, bisogna prima osservare il fatto (le intercettazioni sono disponibili) e poi giudicarlo.

Per concludere, la tesi che viene miseramente esposta dai media nostrani, è quella che considera semplicisticamente la dirigenza Inter allo stesso livello di quella Juve poichè esattamente come la dirigenza Juve aveva contatti telefonici con Bergamo e Pairetto. In altre parole, si basa sul sillogismo esatto del così fan tutti, tutti colpevoli, senza però considerare che in realtà non tutti facevano così, ma c'era chi faceva così e chi faceva cosà. Lo so, forse è un po' troppo complesso come ragionamento, ma con applicazione ci arriverai anche tu, caro tifoso.

Tra l'altro, se tu ascoltassi le intercettazioni, ti renderesti conto di come Bergamo al telefono venisse istruito dalla Fazi su come far capire a Facchetti che stava tentando di favorire tutti (anzichè favorire solo Juve e Milan) o di quando, nonostante lo stesso Bergamo avesse in precedenza nominato Collina in una telefonata con colui che Moggi soprannominava Brindellone (denotandone con la genialità sintetica tipicamente napoletana le carattestiche un po' goffe del 'grosso e coglione') mandò invece l'arbitro Rodomonti ad un Inter Juve il quale poi, ironia della sorte, negò un rigore all’Inter e ne diede uno alla Juve.



Sai, caro tifoso, capisco la tua amarezza di Juventino e capisco anche quanto sia difficile accettare una realtà che ti costringerebbe a cospargerti il capo di cenere e capisco anche la difficoltà di dover accettare il fatto di essere stato nel torto prima, quando nonostante ti si dicesse che la Juve non meritava i suoi scudetti per non averli vinti onestamente tu ancora affermavi quanto ridicoli fossero i lamenti di quella mezza Italia che ce l'aveva con Moggi & Co., e anche ora, quando la lieve speranza che anche l'Inter fosse corrotta è stata definitivamente affossata dalla realtà inconfutabile dei fatti.

Però, suvvia, se siamo entrambi d'accordo che la scienza conta di più della superstizione, allora saremo anche d'accordo nel dire che l'obiettività è molto più dignitosa della prostituzione intellettuale.

Nonostante tutto comunque, di una cosa possiamo sinceramente rallegrarci tutti: almeno nel calcio, a differenza di quello che succede nella politica, ancora giochiamo a chi è più onesto.


Un abbraccio compassionevole e comprensivo,
un non tifoso.

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