Tuesday, March 16, 2010

Lo straniero



Purtroppo è, seppur semplice, quantitativamente molto dispendioso sul piano argomentativo dover spiegare il calcio a gente (giornalisti e tifosi) che è fermamente convinta che giocare con quattro attaccanti significhi giocare in modo offensivo o che togliere un attaccante per un centrocampista significhi necessariamente 'chiudersi', e via dicendo con i luoghi comuni del linguaggio calcistico. Come a dire che mettere Eto'o in campo, a prescindere dal ruolo che ricopre, vuol dire mettere un attaccante e, soprattutto, crederlo fermamente attraverso l'atto fideistico di associare il suddetto giocatore al ruolo dell'attaccante nonostante, per dire, dovesse giocare in porta. E' il classico atteggiamento psicologico del faziosismo, malattia radicatamente italiana che fa vedere a chi osserva ciò che egli si era già prestabilito nella sua mente non pensante.

Così oggi, armati di santa pazienza, proviamo a sbrogliare solo un po' di quella matassa che è il calcio e, paradossalmente, per parlare di esso dovremo parlare di cosa gli gira intorno visto che, come al solito e come sapete, qui si sfatano i luoghi comuni e si rivelano le verità che vengono nascoste o affossate involontariamente dal cretinismo imperante che contraddistingue il mondo mediatico calcistico (e non solo purtroppo). Di conseguenza, per parlare di calcio bisognerà prima scremare questa nebbia di misconoscenza che regna imperante su giornali e televisioni.

A coloro che straparlano di nazionalismo, patriottismo, italianità e fierezza, si voglia far notare oggi che l'Inter, unica italiana ad accedere ai quarti di finale di Champions League, è l'unica italiana a non aver schierato nemmeno un italiano nell'undici titolare. Non solo: è l'unica italiana ad avere un allenatore straniero ed è l'unica italiana che è riuscita a dominare una squadra inglese sia in casa che fuori casa, umiliando, per di più, un allenatore italiano. Tutte le altre squadre per le quali si sbrodolavano teorie pseudo-scientifiche sull' ossatura italiana o sulla tradizione tecnico-tattica del nostro furbissimo calcio, sono state tristemente eliminate, quando non umiliate.

Evidentemente, molto semplicemente, il calcio italiano non è ciò che crediamo esso sia. Ovvero quella corazzata imbattibile che viene abbattuta solo per cause terze e mai per responsabilità diretta.

Naturalmente però, ai faziosi di professione, non verrà mai spontaneamente naturale di ragionare in termini così autocritici e, come è ovvio, gli undici stranieri dell'Inter saranno solo lo spunto per poter criticare l'unica squadra che tiene in vita le speranza italiane di poter ancora avere quattro squadre nelle Champions League del futuro. E il suo allenatore sarà il facinoroso disadattato che ancora non ha capito la grandezza della nostra nazione.

Ironicamente però, l'Italia ancora dipende dallo straniero e i sogni di autarchismo possono aspettare.

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11 comments:

Anonymous said...

non ho capito cosa vuoi dire con sto post?....di balotelli neanche una parola. Dal mio punto di vista Mau per compattare un gruppo, fortemente in discussione o cmq in calo, ha dovuto cercare il nemico o meglio il "rumore dei nemici" dentro lo spogliatoio usando Balotelli come antagonista. Mou con tale atteggiamento mostra 2 cose in particolare: 1- di sapersi tirare dietro il gruppo solo in situazioni estreme o estremizzate 2- di fregarsene della crescita di un giocatore come Balotelli, che cmq ha le sue responsabilità.

Noto una importante continuita tra l'atteggiamento sopra descritto di Mou e il conportamento che Berlusconi tiene costantemente ed in particolare sotto campagna elettorare. La capacità di emergere da situazioni difficili o compromesse solo cercando e attaccando il nemico, facendo leva quindi sugli istinti meno nobili dell'uomo.
Borio

Urlo said...

Potrei rispondere rispiegandoti il post o elencandoti le inesattezze che hai scritto riguardo ai fatti.

Ma visto che tiri in ballo l'atteggiamento 'mediatico' di Berlusconi e Mourinho, ti rispondo esattamente come farebbe il primo, o i suoi servi: continua pure a straparlare ed insultare, ci fai solo un favore, tanto l'Inter continuerà a vincere e le altre squadre a perdere.

(adattamento libero dal: "continuate ad insultare, tanto ci fate un favore perchè gli elettori continuano a votarci e quindi c'abbiamo ragione noi")

Oppure l'allenatore ha ragione solo perchè vince solo quando si chiama Marcello?

Anonymous said...

Non credevo di aver insultato od oltragiato l'inter ed il suo allenatore. La mia intenzione era quella di enfatizzare come il "guru" del calcio, lo special più di tutti lavora.
Non un tecnico vero e proprio (lavagna e schemi) ma è un motivatore soprattutto. Che gioca su 2 punti: sul nemico e sulla coerenza dei suoi comportamenti.
Evidentemente la cultura calcistica predominante oggi è quella della fisicità, della corsa e della motivazione. I piedi buoni sono certo necessari come gli schemi o l'ordine tattico, ma conta di più l'arroganza e la motivazione.
Il nostro calcio forse è 3° o 4° in europa perchè, tra i mille difetti, ha ancora una classe di allenatori figli di una "vecchia scuola", forse Sacchiana o romantica (mi viene in mente Zaccheroni quando parla di calcio o come in italia si tratta Sacchi stesso).
L'unica grandiosa eccezione a questa tendenza italica è Marcello Lippi. Forse l'uomo più vicino a Mou per modi di fare e atteggiamento (vedi l'idea di gruppo, il caso Cassano e il caso Balotelli o Panucci 2006) ma, senza dubbio, più conoscitore di calcio in senso stretto.
Borio

Urlo said...

Mah... io pensavo che la partita fosse stata dominata tatticamente dall'Inter.

Poi certo, la partita la giocano i giocatori e la qualità nell'Inter c'è, così come c'erano le motivazioni. Ma una sola cosa tra queste non è sufficiente, solo necessaria.

D'altra parte Lippi è stato osannato anche per il suo approccio geniale nelle strategie tattiche.

Io credo, più semplicemente, che si usino due pesi e due misure con Mourinho e gli altri allenatori.

Anonymous said...

Allora, mi sento in dovere di dire la mia visto che si parla di Marcello..
Concordo pienamente con DiaBorionik, pure quando dice "l'unica grandiosa eccezione a questa tendenza italica è Marcello Lippi. Forse l'uomo più vicino a Mou per modi di fare e atteggiamento", anche se in realtà tra i due c'è una differenza sostanziale, ossia Marcello ha una visione molto più romantica del calcio mentre Mourinho applica schemi provati e riprovati alla playstation. C'è da dire poi che Mourinho ha finalmente dominato una partita in due anni (ultimo derby a parte dove l'affrettata espulsione di Scheider ha irremiabilmente falsato l'esito della gara, sinceramente non credo che l'abbia fatto nelle altre occasioni in cui ha effettuato le sue mosse della disperazione inserendo 4-5 punte per recuperare o inserire Materazzi centravanti, un vero e proprio orrore calcistico che ricalca esattamente le mosse di tutti coloro che alla playstation, trovandosi nell'incapacità di controbattere ad armi pari l'abilità altrui con il joypad, si rifugiano in schemi tattici che prevedono Ronaldo e Roberto Carlos punte larghe).
Questo, per intenderci, significa che la partita di martedì scorso (la quale ha senz'altro reso lo SpecialOne più simpatico al resto dell'Italia) deve costituire un viatico nella stagione dell'Inter e soprattutto del suo attuale tecnico. Se dalla prossima partita europea l'Inter tornerà di nuovo a soffrire gli avversari, probabilmente significa che la partita di martedì è stata, purtroppo, più una partita sbagliata da parte dei Blues che azzeccata da mister Mou.
Marcello dominava in Europa ogni anno su qualunque campo e non aveva in squadra solo fenomeni (Torricelli, Padovano & C.) ma soprattutto non poteva permettersi il lusso di schierare Eto'o esterno di centrocampo.

Mauro

Anonymous said...

Suggerisco a tutti quest'articolo sul Sole24Ore di oggi
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Italia/2009/commenti-sole-24-ore/18-marzo-2010/voto-crisi-laboratorio-marche.shtml

Proverò a mandarvi anche un pdf dell'articolo integrale, che mi pare non sia disponibile sul sito.

Mauro

bubu said...

Mou però ha vinto anche l'anno scorso, quando cioè il rumore dei nemici era meno forte.
E comunque non governa una nazione intera (piccolo particolare!).
Per cui si può anche permettere tutti i nemici che vuole, soprattutto se si tratta di Inter in Italia.
L'altro, invece, dovrebbe essere un capo di governo di uno Stato, cioè di tutti.
La similitudine mi pare un tantino forzata e fuori luogo.

Infine concordo col post di Luigi: ineccepibile.

Anonymous said...

sinceramente il solo fatto di paragonare lippi a mourinho mi fa accapponare la pelle. Tutte le vittorie di Lippi, mondiale escluso (in cui per altro l'Italia ebbe il culo clamoroso di beccare 1 squadra forte e mezzo solo in finale e semifinale), sono ingiudicabili, essendo state conseguite con la fondamentale "collaborazione" del signor moggi, che non solo aveva creato un sistema di arbitrio e guardalinee che favorivano la squadra di lippi e sfavorivano quelle degli avversari, ma che faceva sì che i giocatori migliori, soprattutto se italiani finissero sistematicamente alla juventus.. più o meno allo stesso periodo, risale il processo per dopping, di cui tutti sappiamo..
l'unica volta che lippi si è trovato ad allenare una squadra non "aiutata" (l'inter) ha fatto un fiasco totale (tra l'altro uscendone come al solito "da signore", dichiarando poco tempo dopo di essersi sempre sentito juventino anche quando allenava l'inter..)

pertanto, l'operato di lippi come allenatore di squadre club mi sembra alquanto discutibile.. come personaggio poi, eticamente e moralmente parlando, è meglio stendere un velo pietoso..

mourinho può avere i suoi difetti, ma paragonarlo a questa nsottospecie di allenatore, mi sembra francamente un insulto troppo grosso

Urlo said...

Io sono d'accordo con 'anonimo di cui sopra.

Anonymous said...

ah, stupidamente non ho firmato, scusate

l'anonimo 24 March 2010 10:49
sono io: franciinter

Anonymous said...

Hai ragione, il paragone non regge. Infatti nessuno stava paragonando Marcello a Mourinho, più che altro li stavamo confrontando. L'unica cosa che li accomuna un pò è la sfrontatezza e l'arroganza (che innegabilmente fa parte di entrambi i personaggi).
Sinceramente, a me Mourinho (calcisticamente) non piace e, soprattutto, in Italia non ha dimostrato ancora niente. Gli auguro di arrivare in finale di Champions attraverso altre prestazioni simili a quella di Londra, ma dubito che possa ripetersi.
Su Marcello non credo di dover aggiungere nulla, basta ricordare i cambi che ha fatto in semifinale con la Germania (in casa loro peraltro)..

Mauro

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