[update: disponibile qui la sintesi della partita]
Oggi dedichiamo la rubrica al sempre più popolare calcio a 5, il caletto o, come viene chiamato in modo internazionale, futsal. La ragione che ci spinge a parlaerne oggi è la finale appena conclusasi dei campionati Europei che si sono svolti in Portogallo: Spagna - Italia, finita 3 a 1.
Alla fine ha vinto la squadra più forte, la Spagna, che insieme al solito Brasile (solito per quanto riguarda qualsiasi sport legato ad una palla rotonda da prendere a calci) è la squadra più forte del mondo, con l'Italia subito a ruota.
La partita era iniziata con il nervosismo degli italiani che dimostrava anche sul piano psicologico l'inferiorità dei nostri, anche se tale nervosismo non era la dimostrazione dell'impraparazione mentale bensì la controprova empirica del timore nell'affrontare in finale la squadra più forte del mondo (tant'è che la maggior parte dei giocatori italiani giocano proprio nel campionato spagnolo, il più difficile e bello del mondo).
Un nervosismo decisamente fuori luogo soprattutto da parte dell'allenatore (suppongo di Roma, sentito l'accento) il quale si dimenava nel mandare a quel paese chiunque gli capitasse sotto tiro e non indossasse qualche capo d'abbigliamento di colore blu (per la cronaca l'Italia veste, come la nazionale maggiore, Puma, anche se la divisa è quella non aggiornata dei mondiali di Germania).
Stabilizzatesi gli animi la Spagna è passata subito in vantaggio e nel secondo tempo, nonostante l'Italia avesse tirato di più in porta (ma ciò nel calcetto non conta), dopo un contropiede il risultato si era acquietato sul 3 a 0.
Di conseguenza gli ultimi dieci minuti sono passati con tutti e cinque i componenti dell'Italia ad attaccare (anche il portiere, spesso sostituito da un difensore con la maglia da portiere) fino a segnare quello che con i miei amici finlandesi, quando giochiamo alla play station, chiamiamo un "still believe maali" (dove still believe -inglese- sta per 'credere ancora' e maali -finlandese- sta per 'gol': il gol che ancora ti fa credere di potercela fare e che può essere in grado di dare la spinta psicologica necessaria a ribaltare un risultato impossibile compiendo un miracolo sportivo che invero accade spesso nelle partite più belle).
Un gol importante anche perchè segnato dal portiere titolare, un certo Feller senza capelli che a fine partita si è lasciato andare in un pianto liberatorio che tanto mi ha ricordato quello di Baresi in Usa94.
Un gol che però non è servito a niente se non ad illudere: la Spagna era comunque più forte ed anche in difesa (anche grazie ad un grande portiere) non ha lasciato spazio ai nostri poco fantasiosi attaccanti.
In conclusione la Spagna ha giocato meglio, meritando, ed ha dimostrato attraverso il pragmatismo di poche azioni concluse con praticità la sua forza, a scapito di un'Italia che puntava sul possesso palla, ma che spesso non trovava sbocchi di fronte ad una Spagna organizzatissima e precisa.
Ma il calcetto in Italia è in continua crescita e, ancora qualche anno, e saremo campioni del mondo anche in questo sport -Brasile (e non solo Spagna) permettendo-.
Sunday, November 25, 2007
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