Monday, November 06, 2006
Il calcio secondo me
Nella foto: il ciclo e' iniziato
Il mondo televisivo dell'intrattenimento altro non fa che creare delle icone, dei miti, dei mondi paralleli affascinanti ed accattivanti per poter poi vendere i prodotti pubblicizzati che ci martellano in faccia durante la nostra tipica giornata di voyeur. Non a caso, noi che guardiamo la TV, ci chiamiamo Target (la traduzione italiana fa piu' paura, siamo dei bersagli). Molti sono gli strumenti utilizzati. Infatti ci sono programmi per tutti i gusti e per tutte le eta'. Ad esempio per i teen-ager (diciamo adolescenti, suvvia, soprattutto ricordiamoci di omettere la "s" nel caso in cui usimao una parola inglese al plurale in un contesto italiano) ci sono i programmi di MTV che tengono viva l'immaginazione di un futuro letteralmente stellare. Poi per le moderne Madame Bouvary ci sono invece le soap-opera, attraverso le quali ci si puo' immaginare mogli di sedicenti uomini d'affari pronti a catapultare le proprie amate nel fantastico mondo della mondaneita', in modo da mettere da parte per una mezz'ora almeno il mondo volgare dei panni da stirare e della cucina quotidiana.
Per noi maschi, invece cosa c'e'? Ma e' naturale, il CALCIO!
Il calcio e' come una telenovela perche' ci intrattiene quando sediamo eccitati sui divani o sulle scomodissime poltroncine da stadio. Sono la valvola di sfogo della nostra voglia agonistica antropologicamente maschile e perche' no, ci fanno sognare ed identificare con campioni sventra-veline facendoci poi piombare, nei casi piu' disperati, nell'identificazione totalitaria in una societa' o squadra, facendoci trasformare nella specie umana piu' strettamente vicina a quella animale, e cioe' l'ultras.
Molte sono le similarita' tra il calcio ed una telenovela: sono entrambi eventi infiniti, nel senso che mai finiscono e si rinnovano continuamente per poterci continuamente intrattenere. Cosi' come le telenovele che si rinnovano finche' sono seguite, cosi' i campionati mai finiranno finche' saranno seguiti da noi lobotomizzati dell'etere. E naturalmente durante l'infinito ciclo di autoriproduzione mediatica, bisogna accontentare tutti, tutti devono avere le loro seppur minime soddisfazioni, perche' non bisogna rischiare di disaffezionare qualcuno.
Ma tutto cio', in realta', cosa c'entra con la crisi del Milan?
C'entra eccome, perche' cosi' come le telenovele sono fatte di cicli, cosi' e' il calcio: se per un mese siamo costretti a sciropparci le eventuali crisi di relazione tra Ridge e Brooke (invero un ciclo assai lungo) cosi' nel calcio a volte e' il Milan, a volte l'Inter ed altre la Juve o qualsiasi altra squadra a tenere le redini dello show.
Il fatto e' che il ciclo del Milan e' finito ufficialmente un paio di anni or sono durante la benedettissima finale di Istanbul, quando invece di pensare a giocare, i giocatori rossoneri tra il primo e secondo tempo della partita gia' festeggiavano la coppa. Sta di fatto che il Milan in tre anni non ha vinto niente di niente e che ormai l'esperienza si e' definitivamente conclusa, per cui appellarsi agli errori arbitrali e cercare di tenere in vita (come si e' fatto appunto negli ultimi anni) un mito ormai estinto e forse mai esistito, e' inutile e paradossale. I giocatori sono vecchi e stanchi, i campioni abbandonano la nave e i rincalzi non sono all'altezza, inutile anche stare a discutere. D'altro canto durante la scorsa estate la favola Oliveira ha abbindolato solo certi giornalisti asserviti.
Insomma, il mito del magico Milan, del Milan galattico, del Milan meraviglioso, se prima era un'invenzione mediatica, oggi si' e' un accanimento mediatico-terapeutico nei confronti di un paziente in fase terminale.
Un ciclo tangibile invece e' iniziato, ed e' quello dell'Inter.
A dirla tutta il ciclo inizio' anni or sono con l'acquisto di Ronaldo paragonabile all'acquisto da parte del Napoli di Maradona. Purtroppo pero' quel ciclo fu stroncato dal malaffare bipolare rosso-bianconero, il cui apice e' stato raggiunto il 5 maggio.
continua...
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