Tuesday, November 07, 2006
Il calcio secondo me - cap II
Nella foto: il calcio messo a nudo non e' che sia il massimo
Il calcio rimane comunque una delle invenzioni piu' geniali del secolo, uno dei modi piu' semplici per essere in grado di trasferire moneta sonante da una tasca all'altra senza che ce ne rendessimo conto, ipnotizzati come siamo dalle illusioni del circo calcistico. Dico circo perche' non a caso il calcio e tutto lo sport in generale vengono spesso paragonati al circo: il circo bianco e' ad esempio il mondo dello sci che cosi' come il calcio porta la propria baracca in giro per il mondo a creare spettacoli e miti per noi poveri cristi da divano. Purtroppo per noi pero' gli animali da ammaestrare siamo noi stessi che sediamo in poltrone simil pelle mentre i maghi dell'illusionismo sono gli atleti ed i dirigenti, i maghi del terzo millennio che attraverso le TV e tutte le altre diavolerie tecnico-mediatiche della nuova era comunicativa ci tengono in scacco, facendoci sobbalzare o urlare come delle scimmie agli ordini di abilissimi pifferai, gli arbitri, i vigili urbani del tifo organizzato. Ad ogni gesto corrisponde una reazione e tutto e' perfettamente pianificato. Braccio verso destra e punizione per gli ospiti: buuuuuh, gesto dell'ombrello. Braccio destro in alto con cartellino giallo: nooooooooooooh, dito medio verso la curva di fronte. Triplice fischio accompagnato dal distendimento di entrambe le braccia: aaaaaargh, vene del collo ingrossate e rissa generale con carica verso la polizia.
Tutto perfettamente programmato, con una sottilissima differenza: chi corre e tira calci alla palla come una foca vede il proprio conto in banca crescere smisuratamente mentre chi siede incretinito sul divano ha le tasche sempre piu' vuote e quando si chiede dove fosse finito il suo stipendio si sente rispondere che "pardon, ma quando ha firmato il contratto con la TV satellitare si e' dimenticato di leggere la clausola sul curling messicano, potra' guardare tutti i campionati in esclusiva per i prossimi vent'anni, pagando naturalmente."
In altre parole: prima ci ipnotizzano attraverso il can can mediatico e poi ci sfilano quattrini dalle tasche come moderni mangiafuoco, il calcio e' il paese dei balocchi.
Ma in fondo, che male c'e'?
Nessun male infatti, e noi qui stavamo tra l'altro parlando di cicli.
Se diamo uno sguardo agli ultimi 20 anni di calcio nostrano ci accorgiamo di come le protagoniste siano state solo tre-quattro squadre, non di piu', che fatalmente corrispondono alle piu' larghe utenze di tifo calcistico. D'altronde cosa ci guadagnerebbe il mondo calcistico tutto se a vincere fosse diciamo il Chievo, un quartiere di Verona fatto da poche migliaia di persone? Poco, a meno che non riuscissero a creare ad hoc il mito della squadra di provincia sulla falsa riga di Davide contro Golia con il piu' debole che riesce a sconfiggere l'imbattibile, attirandosi addosso le simpatie dei tifosi delle altre squadre. Sarebbe un'operazione fattibile, e hanno anche provato a metterla in pratica, poi si sono accorti che una Juve qualsiasi venderebbe comunque piu' magliette e che quindi il gioco non valeva la candela. Sta di fatto che Juve e Milan, con le parentesi di Roma, Lazio e Napoli hanno dominato la scena da quando il calcio e' divenuto soprattutto business.
Niente di male, ripeto, siamo contenti cosi' e cosi' contenti sono soprattutto gli interisti che comunque sono stati per un verso o per un altro sempre protagonisti.
Il ciclo Juve inizio' dopo circa nove anni di delusioni (che corrispondono inoltre al ciclo Milan di Sacchi, condito dall'affare Lentini e dallo splendore Berlusconiano), ce la ricordiamo tutti la Juve di Maifredi ed i continui frenetici cambi di allenatore che tanto ricordano i periodi piu' bui dell'era Morattiana. Poi ad un certo punto gli Agnelli si misero in testa di vincere e di farlo spendendo poco, ottenere il massimo con il minimo sforzo era il motto in voga in quegli anni, dopotutto il calcio rimane un grosso affare. Cosi' decisero di assumere un certo Moggi che gia' era famoso alle cronache per malaffari di ogni genere, non ultima l'istigazione alla prostituzione, ma come disse proprio uno degli Agnelli "tutti devono avere uno stalliere ed e' meglio che conosca tutti i ladri di cavalli". Come non dargli torto.
Si inizio' a vincere, salvo poi delegittimare anni di sforzi sovrumani con le tristi vicende di doping e la clamorosa calciopoli, qualcosa che nemmeno il mitico Puzo (Il padrino ndr) sarebbe riuscito ad immaginare. O forse tutti sapevamo tutto, ma eravamo nello stato d'ipnosi di cui sopra?!
continua...
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