Friday, September 17, 2004

Fahrenheit 9/11

Alla faccia del posh giornalismo italiano e degli intellettuali snob mi sono visto FAHRENHEIT 9/11 e me lo sono goduto per quel bel film che e'. Lo sospettavo d'altronde, il premio di Cannes, che e' pur sempre una mostra cinematografica, non poteva solo essere un messaggio politico.

FAHRENHEIT 9/11 e' un film sulla guerra contemporanea in Iraq, ma piu' in generale un film su tutte le guerre, volute dai capi e combattute dai popoli che si trovano costretti di fronte alle infamie di un evento di questo genere.

Molte cose si sapevano, hanno detto, mi chiedo quali organi d'informazione si siano preoccupati di divulgarle al grande pubblico.

Bellissima in particolare la prima parte del film, piu' ironica, in cui si scimmiotta il grande capo (e se lo merita veramente), tipico esempio di americano medio (forse sotto la media, spero); prima parte che si conclude con l'attacco terroristico alle torri gemelle. In questo caso e' geniale l'idea comunicativa di mostrare lo schermo nero con in sottofondo i rumori degli aerei che si schiantano contro i grattacieli: quelle immagini le abbiamo viste cosi' tante volte che ormai le conosciamo a memoria, seppur recenti sono gia' storia alla quale, come tale, ci siamo abituati. "Mostrandoci" solo i rumori attraverso una sinestesia rara il caro Moore ci fa risvegliare e ci rende piu' consapevoli di cio' a cui siamo di fronte.

In generale durante tutto il film viene applicato un metodo di "risveglio della consapevolezza" estremamente efficace: si prendono immagini reali e si pretende di farle diventare irreali (ovvero cinema) per poi invece renderle in questo modo ancor piu' reali di quello che in realta' sono. E cio' turba l'audience.

Infine la povera madre orfana, per cosi' dire, del figlio.

(Vi rendete conto cosa puo' essere per una madre perdere un figlio? La parola orfano esiste solo riferita ad un figlio che perde i genitori, non esiste una parola che abbia lo stesso significato se e' un genitore a perdere un figlio; e cio' perche' e' semplicemente innaturale)

Ebbene, quella madre ci fa porgere l'attenzione sul dramma singolo, in modo che possa essere piu' efficace sulle nostre coscienze, dire che 60 soldati americani sono morti per un'autobomba non e' la stessa cosa. Voglio dire che cento chili pesano di piu' se sono concentrati su una superficie minima piuttosto che su una molto estesa, giusto? Il tanto celebrato cappottino rosso di Shindler's list sia d'aiuto.

Credo che tutto questo basti a fare un bel film, visto l'andamento odierno.

Buona nuova vita al Blog dei preti.

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