Wednesday, May 05, 2010

Bamboccioni



Credo che, almeno una volta, tutti si siano chiesti quali siano le caratteristiche più generali di un popolo e di una nazione. Personalmente, quando penso a quello italiano, fedele al credo sull'inesattezza degli stereotipi e sulla pericolosità dei pregiudizi, mi rendo conto di quante e complesse siano tali caratteristiche.

Nonostante questo però, in questi giorni, mi sono reso finalmente conto che c’è una caratteristica comune almeno ad una gran parte del nostro popolo.

Tale caratteristica credo sia l’immaturità. Immaturità intesa come espressione d’infantilismo, a sua volta inteso come rifiuto di assunzione delle proprie responsabilità, causa primaria e inevitabile dell’atteggiamento cosiddetto mammone che ovunque all’estero ci rimproverano e che spesso si concretizza in una delle tante frasi che i bambini, di solito piagnucolando, usano per discolparsi: “Non sono stato io!”. La stessa cosa che fanno i calciatori quando, di fronte all’evidenza, dopo aver scimmiescamente gesticolato, cercano inutilmente di professare la propria innocenza legittimandola con il siparietto o la scenata, facendo infine spallucce e imbronciando platealmente e con sorpresa teatralmente impeccabile il viso, in modo da dimostrare la tremenda ingiustizia alla quale sono stati sottoposti.

Per rendersi conto di come questo atteggiamento sia tipicamente latino basta guardare qualche partita di calcio inglese o tedesco o francese, dove al contrario l’eccessivo machismo e la responsabilità individuale sono dei valori condivisi, apprezzati e rinforzati continuamente. Così ad esempio, se un giocatore viene tirato per la maglia rimane in piedi fino allo stremo delle proprie forze o se l’arbitro gli fischia un fallo limita le proprie proteste ad un’agitazione adrenalinica momentanea. Questi atteggiamenti sono il sintomo di valori quali il rispetto dell’autorità, la coscienza civile e anche, perché no, di quella limitatezza mentale che spesso si tramuta in un rigore incapace di flessibilità di agire al di fuori di certi sentieri mentali. Noi, nel bene e nel male, siamo diversi.

In ogni caso, se così sono i nostri calciatori, se così è un italiano medio, mi chiedo perché non dovrebbe essere così anche un ministro. E infatti il ministro Scajola, quando è stato pescato con le mani nella marmellata non ha saputo far altro che giustificarsi dicendo che qualcuno di soppiatto e a sua insaputa aveva avvicinato a poco a poco un barattolo di marmellata alle sue mani, fino a quando non venisse inevitabilmente a contatto con esse, naturalmente senza che lui si accorgesse di nulla o, nel caso se ne fosse accorto, con la sua più completa disapprovazione.

Ecco, non sono stato io, io non c’entro niente, è stato qualcun altro, la colpa è del destino, di qualche ignoto che ha fatto si che si creasse tale equivoco, l’azione non ha responsabili perché nessuno può provare il contrario, è così e basta, ma la colpa non è di certo mia.

In fondo, mi pare, siamo tutti bamboccioni.

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1 comment:

Mirko Di Rosa said...

Bellissimo post Gnè, quasi poetico l'accostamento tra calciatori e l'evento politico.
Mi sento solo di dirti che che l'azzardo deriva dalla multinazionalità delle squadre italiane, facendo vacillare il paragone.

In ogni caso, amici lettori, state attenti a chiudere bene la porta di casa: non sia mai che mentre siete fuori qualcuno entri di nascosto e, a vostra insaputa, VE LA PAGHI!

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