Tuesday, December 22, 2009

A V A T A R

Riapro il blog con il buon auspicio di riaggiornarlo costantemente per parlare dell’esperienza visiva più intensa degli ultimi dieci anni, causata dai 12,50 euro meglio spesi da molti anni a questa parte per un biglietto di entrata dal cinematografo.

Ovvero, A V A T A R.



La favola, pur essendo prevedibile in ogni istante è letteralmente fantastica, tanto da avermi catapultato nel favoloso mondo di Pandora ormai da diversi giorni, riflettendo continuamente su quello che sarà il nostro futuro attraverso lo sguardo sul passato tribale della popolazione di questo fantastico mondo. L’esperienza visiva rimane comunque il motivo di tanto entusiasmo e, per evitare di dover aspettare altri quindici anni per poter assistere a cotanta epopea, probabilmente offrirò il prezzo di un altro biglietto al caro James Cameron in modo da non rendere vano il suo sofferto lavoro (se solo avesse bisogno del mio aiuto).

Naturalmente, vista la semplicità e prevedibilità della storia, non sto qui a ripeterne le trame per niente originali e già viste e riviste in tempi diversi ed a scadenze regolari sia al cinema che in letteratura. Questo anche per evitare diligentemente di rovinare la sorpresa della storia (si fa per dire) così come fanno tutti i più noti critici cinematografici ed i trailer mal fatti che non hanno di meglio da fare che svelare allo spettatore i segreti della trama del film, peraltro con l’illusione di spiegare quanto interessante sarà l’intrigato spettacolo.

Però, una sola cosa mi preme sottolineare. Ovvero la trasposizione da parte degli autori della storia del nostro futuro nel passato selvaggio di una tribù nativa che vive su Pandora, scoperta naturalmente nel futuro immaginato rispetto al nostro presente e metafora poco velata del nostro immediato futuro. Mi riferisco alla capacità di interconnessione di questa popolazione tra i propri simili e la terra su cui vivono. Un’interconnessione capace di amalgamarli alla propria terra attraverso una rete che lega passato, presente e futuro. Non è un caso che i nativi possano cavalcare animali connettendosi ad essi attraverso le punte dei loro lunghi capelli dai quali escono dei fili luminosi tanto simili alle nostre fibre ottiche. E non è un caso che siano anche capaci di scaricare dagli alberi il proprio passato e di ascoltare gli insegnamenti dei loro avi, presenti nei secoli dei secoli nella nube della conoscenza alla quale tutti possono accedere.

Lo stesso sarà per noi quando, attraverso dei chip collegati al cervello, saremo costantemente legati alla rete formando una mente gigantesca e super intelligente che contribuirà al nostro sviluppo ed al nostro progresso. Per chi non crede a questa fantastica storia faccio solo notare come oggi, a differenza di dieci anni fa, tutta la nostra conoscenza anziché essere nel nostro personal computer sia nella rete e di come il nostro vetusto pc sia solo un mezzo per accedere ad essa. La biologia ed i tessuti biologici sintetici (già pronti) faranno il resto.

E che Google ce la mandi buona.


related link: la parodia del film fatta da South Park ("Dances With The Smurfs" ovvero "Balla coi Puffi")

realted link: la colonna sonora che avrebbe dovuto essere del film, se solo non fosse già famosissima.

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