Tuesday, August 29, 2006
Rimembri ancora
Il calcio, si sa, ci aiuta a capire meglio la realta' ed e' per questo che se ne parla cosi' tanto in questo blog.
Fatta questa premessa mi sento in dovere di portare all'attenzione un'intervista di Ronaldo rilasciata alla Gazzetta dello Sport ed in particolare un paio di passaggi in cui il Fenomeno ci ricorda un paio di cosine fondamentali e di cui abbiamo gia' parlato.
Il primo passaggio riguarda calciopoli, riporto domanda e risposta:
Guardando indietro quali sono gli episodi polemici che ricorda con più amarezza?
“Il rigore non concesso in Juve-Inter dall’arbitro Ceccarini nel ‘98 e le tante cose strane accadute durante Chievo-Inter, nel campionato perso all’ultima giornata all’Olimpico”.
Secondo Ronaldo quindi, i campionati che sono stati i piu' clamorosamente falsati, non sono quelli del 2004 e 2005, bensi' del '98 e del 2002. In effetti la locomotiva Juve degli ultimi due anni era quasi inarrestabile, c'e' da ammetterlo, tant'e' che la nazionale degli ultimi mondiali era per meta' bianconera (cio' naturalmente non giustifica ne' le telefonate ne' tantomeno legittima gli scudetti).
Ad onor del vero ne avevamo parlato anche noi alle porte dell'estate (vedere archivio di maggio, post "Ei fu..." please) prendendoci gli insulti di aitanti commentatori.
Il secondo passaggio riguarda invece i mondiali:
Dove ha visto la finale mondiale Italia-Francia?
“In un ristorante italiano a New York. In mezzo a tanti tifosi azzurri. La squadra di Lippi ha meritato il titolo. Sono rimasto sorpreso per la testata di Zidane a Materazzi. Zizou è un tranquillo. È vero, è stato provocato. Ma se tutti dovessero reagire alle provocazioni ci sarebbe in ogni partita un lungo elenco di giocatori espulsi”.
Insomma, mi sembra chiaro che la squalifica di Materazzi e' stata scandalosamente politica, chi sa di calcio nemmeno sta li' a commentarla evitando di abbassarsi alla sua ridicolaggine.
Figo venne deferito quando disse che Moggi entrava negli spogliatoi degli arbitri, per sua fortuna Ronaldo e' in esilio in un paese lontano.
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