Thursday, March 02, 2006

BANANA REPUBLIC IV

Alcune note sul discorso di Berlusconi al congresso americano:

- La diretta Mediaset: si commenta da se'. Interessante pero' il fatto che la traduzione del discorso non era simultanea, anzi e' palese che il commentatore abbia ricevuto il foglio della traduzione del discorso in italiano precedentemente. Quasi divertente il modo in cui il traduttore enfatizza e da' tono alla propria voce nel dire "uno dei templi della democrazia". Sfacciato.

- I thank you del premier: molte volte il nostro presidente del consiglio ringrazia, in particolare quando racconta l'aneddoto del cimitero (il padre di Berlusconi deve essere proprio stato un santo). Io credo che dobbiamo farla finita di ringraziare gli Stati Uniti, basta con l'ormai luogo comune del "be', ma se non era per gli USA allora nella II guerra...". Credo che l'Italia, quand'anche gli sbarchi nel Lazio ed in Sicilia fossero stati determinanti, abbia pagato abbastanza e quasi sicuramente troppo il conto di un ventennio sventurato. O devo menzionare piu' di mezzo secolo di storia italiana? Non piu' a 90 gradi.

- Gli applausi: doverosi, da parte di un paese civile, ad un ospite straniero che parla nel proprio congresso. Certo in Italia se fosse venuto qualcuno in rappresentanza di una carica politica straniera la Lega, o Rifondazione, o i Radicali o qualcun altro avrebbe trovato il modo di protestare ed imbarazzare l'ospite. Certo e' che tra questa Italia e qull'America ci sono sicuramente tante affinita'. Chi va con lo zoppo...


- I predecessori illustri di Berlusconi al congresso: De Gasperi, Craxi, Andreotti. Sempbrano quei giochini che, secondo una combinazione data, richiedono qual e' la prossima soluzione. Rebus.

- Morale: l'America la identifichiamo con Bush e quest'ultimo non e' che sia il paladino della giustizia per noi italiani. Siamo sicuri che Berlusconi al congresso ed il tam tam mediatico conseguente ottenga i risultati sperati? Oppure l'importante, come sembra, e' solo calcare la scena il piu' possibile? La seconda che hai detto.

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