Saturday, February 18, 2006

Munich

Steven Spielberg e' ebreo, ricco e americano. Non capisco cosa si aspettassero i critici da lui quando avesse girato un film sulla disputa centenaria tra Israele e Palestina.
Tecnicamente ineccepibile (avrei da ridire sulle locations italiane: una piazza con una chiesa, una bottiglia di vino, una ventina di piccioni, un paio di vespe ed un drappo tricolore) e' un thriller piacevolissimo in cui l'intrattenimento svolge la parte principale.
Le trame Spielberghiane sin dall' esordio sono sempre state abbastanza semplici nel seguire i dettami aristotelici, ma il suo talento tecnico, ora unito ad una vasta esperienza, fa si che la suspence e le sorprese siano dosate in modo eccellente.

Cio' non signica che la morale sia cosi' alta come il risultato tecnico.

A parole, attraverso i dialoghi, il regista descrive la crisi di identita' dei vendicatori israeliani chiedendosi se sia legittimo rispondere alla violenza con la violenza. Per noi spettatori naturalmente non e' cosi', o almeno e' cio' che pensiamo di fronte ad un'opera d'arte.
Per lui evidentemente no.
A fatti il regista non fa altro che giustificare continuamente l'azione di vendetta mostrando nei momenti piu' topici del film, ovvero in cui il rimorso e' insopportabile, l'azione di settembre nero ai giochi di Monaco, rendendo vano il lungo processo di crisi creatosi precedentemente.

Cosi' il film prosegue alternando rimorso a legittimazione in un climax preoccupante che approda all'assassinio finale degli ostaggi israeliani, giustificando in pratica l'applicazione della legge del taglione.
La volonta' finale del protagonista di non tornare in Israele e di trasferirsi definitivamente negli States, o i rari tentennamenti nel far scoppiare una bomba, giungono ormai troppo tardi e sono a mio parere troppo poco di fronte alla violenza quotidiana che ci troviamo a combattere in questi anni.
Una volta di piu', dopo Save Private Ryan e The War of the Words, con Munich Spielberg non perde occasione per ribadire il suo spirito guerrafondaio.

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