Credo sia scorcentante quello che gli amici del sig. Quattrocchi abbiano scritto nella lettera pubblica resa nota poco fa.
Ma, cari amici, leggiamone prima insieme alcuni tratti:
-"in onore del nostro amico e collega Fabrizio costretto a morire in uno Stato straniero per avere quella gratificazione economica che la nostra Costituzione dovrebbe garantire"
-"Lo Stato che è così attento all'integrazione degli stranieri in Italia, a nostro avviso dovrebbe ritenere un presupposto fondamentale la soddisfazione dei bisogni primari del cittadino italiano e attualmente ciò non avviene"
Considerazioni:
questa, signori miei, e' la massima espressione della cultura cattolica ed italiana del, cosi' chiamato, "scarica barili". Nessuno e' mai responsabile di cio' che fa, nessuno si assume in modo adulto e onesto la responsabilita' delle sue azioni e, badate bene, e' questo il punto di partenza di molte disfatte nazional-popolari qui in Italia.
Da qui nasce il sillogismo, lampante come una epifania per molti, ma d'altra parte triste come una guerra, che dice: la costituzione non garantisce la gratificazione economica che merito, quindi vado in guerra all'estero e se muoio in guerra e' colpa dello stato.
Naturalmente, sempre colpa dello stato.
Come dovrebbe la costituzione garantire la gratificazione economica? Un mistero per me, vi chiedo di aiutarmi. Andare in guerra da mercenario o comunque con societa' private credo sia rischioso, ci sono molti lavori che si possono scegliere e credo che scegliere di fare il mercenario sia il piu' fantasioso.
Ma questa, amici miei, e' la cultura italiana, e' la stessa cultura dell'andare in guerra senza essere in guerra, la cultura di avere le mani in pasta qua e la senza pero' essere responsabili di niente, un po' e un po' ma alla fine chi c'azzecc' nant'.
Cari miei, acchi' nisciun' e' fesso.
Non vi eccitate troppo.
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